KING GEEDORAH - TAKE ME TO YOUR LEADER (Ninja Tune/Big Dada, 2003)

lunedì 23 marzo 2009

Come (mi auguro) già saprete, di recente, e dopo un silenzio relativamente sconcertante di quasi cinque anni, è uscito il nuovo disco di MF Doom. Da un lato la cosa mi fa piacere e vorrei che fosse ben chiaro che è uno dei pochi ai quali concedo un pass per i suoi svarioni autocompiacenti, visto che questi si sono spesso tradotti in ottima musica; dall'altro temo però che il risultato alla fin fine altaleni tra la delusione soggetiva e l'oggettiva stronzatona col botto. In attesa di farmi un'opinione in merito, eventualmente attraverso l'ascolto del disco, per ora preferisco sollazzarmi coi suoi precedenti lavori ed in particolar modo con la sua opera più riuscita: Take Me To Your Leader.
Il fatto che per l'occasione egli si sia "travestito" da King Geedorah non ha secondo me più che tanta importanza se non perchè ciò ha permesso ai grafici della Big Dada di confezionare una grafica ed un booklet fichissimi; no, l'unico elemento concettuale stante dietro a queste tredici tracce consiste piuttosto nella scelta dei campioni e nell'atmosfera generale da Z-movie che imperversa un po' ovunque, mentre se andiamo a vedere i testi scopriamo che non esiste un nesso tra l'identità di Daniel Dumile e quel che viene rappato in questi 42 minuti scarsi di musica. Ciò che conta, casomai, è che in TMTYL Doom fa un passo indietro limitandosi in maggior parte alle produzioni e lasciando dunque ampi spazi d'incursione ad alcuni ospiti, dei quali molti sono membri dei Monsta Island Czars; anticipo fin d'ora che, mentre a livello di beatmaking la qualità è eccelsa, l'emceeing varia di caso in caso e passa dall'ottimo (Trunks, Rodan, Doom stesso) al fastidioso (Gigan, Mr. Fantastik) con una maggioranza di performance accettabili o piacevoli (in particolar modo tal Hassan Chop).
Ma ora, volendo entrare più nel dettaglio, cosa è lecito aspettarsi da Take Me To Your Leader? Innanzitutto e soprattutto una coesione ed un sound che rendono questo disco una vera e propria colonna sonora, con tanto di inserti di dialoghi di oscuri film fantascientifici/catastrofici di quarta ed effetti sonori che renderebbero orgoglioso Ed Wood. Non esagero quando dico che raggiungere una simile omogeneità attingendo a talmente tante fonti d'ispirazione (soul, funk, jazz, colonne sonore eccetera) sarebbe un'operazione pressoché impossibile per molti ma non per uno che, evidentemente, conosce molto bene il suo mestiere. Ad esempio, chi potrebbe mai dire che Anti-Matter (che campiona l'ormai stranota Message From A Black Man dei S.O.U.L.) potrebbe stare accanto ad un beat dissonante come quello di No Snakes Alive, così come ai sintetizzatori di Lockjaw? Ancora: il jazz stante alla base di di Next Level è tanto pulito quanto le chitarre elettriche di Fastlane appaiono sporche e rippate da una bootleg su cassetta; eppure, dicevo, malgrado tutto questo l'album scorre senza un intoppo e, per giunta, assume una propria personalità di ascolto in ascolto. Decisamente non un lavoro alla portata di tutti, lo ripeto, e vista l'esecuzione -tanto perfetta quanto è audace l'idea- sotto questo aspetto non esito a dargli il massimo dei voti.
Dove invece TMTYL perdè qualcosina è invece sul versante dell'emceeing: non tanto perchè ci siano delle vere e proprie seghe, ma semplicemente perchè alcune prestazioni soffrono di scarso entusiasmo o di tecnica limitata. Gigan, ad esempio, in sè e per sè non sarebbe uno scarso MC ma purtroppo la sua voce è francamente insopportabile, roba al cui confronto Magoo si eleva a vette di raffinato piacere auditivo. Analogamente, Mr. Fantastik sfoggia una verve degna di un condannato a morte, così come una tale Stahhr riesce a personificare perfettamente l'insipidezza e l'impersonalità di tante, troppe, MC al femminile. Fortunatamente, però c'è anche chi come Hassan Chop sa rimediare al proprio tono monotono con delle buone rime ed un'ottima scrittura; più sovente, però, capita che ci sia chi sopperisce alla mancanza di contenuti con una discreta aggressività ed una buona dose di stile: Trunks, per dire, smembra l'ottima Lockjaw e fa scendere una lacrima di dispiacere non appena ci si accorge che questa dura poco più di un minuto (WTF!?!). Rodan invece si conferma come membro più dotato dei Monsta Island Czars e riesce tranquillamente a tenere testa a Doom su No Snakes Alive, così come Lil' Sci suona perfettamente a suo agio sulle eleganti note di Next Level.
Purtroppo, però, nel complesso i risultati degli MC coinvolti non riescono ad essere all'altezza delle necessità imposte da un lavoro al campionatore che definire impeccabile è forse riduttivo. Ciò non di meno, Take Me To Your Leader è sicuramente un disco coi controcoglioni di fronte al quale le critiche che si possono muovere sono poche, e che sia per ragioni di qualità tout court che per quanto riguarda il perfezionamento di un certo sound è più che degno di rientrare tra le massime opere degli anni zero. Acquistare, subito.



2 commenti:

reiser ha detto...

Ah no, è dallo scorso agosto che ne sento parlare ma ho come l'idea che faremo prima a scoprire i mandanti di Ustica che a vedere anche solo un Ep

MAK ha detto...

Discone.
Premetto che non sono un estimatore esagerato di MF Doom (e sopratutto dei suoi soci), ma concordo sul fatto che sia uno dei lavori più riusciti, specialmente le produzioni.
...tra l'altro mi hai stimolato l'ascolto, è un pezzo che non lo faccio.

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