CORMEGA - THE TRUE MEANING (Legal Hustle/Landspeed, 2002)

giovedì 4 settembre 2008

Benchè Cormega affondi le sue radici nella seconda metà degli anni '90, è difficile mettere in dubbio che la sua rilevanza abbia cominciato a crescere solamente a partire dal 2001 e la relativa pubblicazione del suo The Realness. Questo scarto temporale è dovuto principalmente a causa della sua casa discografica di allora, ovverosia una Def Jam capace di bloccare la pubblicazione di The Testament almeno fin quando pochi anni or sono 'Mega decise di ricomprarne il master e darlo alle stampe indipendentemente. In realtà -se si eccettua un featuring sul disco dei PHD nel '91- tra la sua apparizione su Affirmative Action e The Realness vi furono un paio di tappe intermedie: prima la pubblicazione del singolo Testament sul disco bonus allegato alla prima tiratura di It's Dark And Hell Is Hot; poi un paio di pezzi live (Dead Man Walking e un altro) su una compilation della Def Jam; infine, il singolo Killaz Theme Pt.II b/w Angel Dust nel '99. Nulla di significativo, per carità, ma la cronaca è pur sempre la cronaca.
Fatto sta che quando The Realness uscì sugli scaffali la mia impressione fu quella di avere tra le mani un album nel complesso solido ma ancora un po' immaturo o, se preferite, non all'altezza di quanto fosse lecito aspettarsi da uno che comunque era riuscito a mettere insieme una They Forced My Hand, The Saga o Fallen Soldiers. Fortunatamente non mi toccò aspettare molto prima che ciò avvenisse: nel 2002 il Nostro raggiunse la suddetta maturazione con questo The True Meaning, ad oggi la sua opera migliore (ma aspetto con ansia l'imminente Born And Raised) nonché una delle cose migliori sentite nel corso di quell'anno. Innanzitutto perchè la selezione dei beat è mediamente eccellente, ma soprattutto perchè la diversità degli argomenti ed il modo in cui vengono affrontati mostrano chiaramente come 'Mega non sia il solito ignobile bburino bensì qualcuno con decisamente più neuroni a disposizione della media (un po' come Tragedy Khadafi, insomma); ne consegue che The True Meaning si presta a più tipi di ascolto, da quello cazzeggiante in macchina a quello più impegnato quando si è tranquilli, seduti a non far altro che concentrarsi sulla musica.
Tuttavia, qualche difettuccio quà e là c'è: ad esempio, per quanto i beat siano appunto mediamente più che buoni, l'aficionado di hip hop un po' più scafato non potrà non notare che diversi di essi non brillino per originalità: Love In Love Out è il remix di Usual Suspects di Big Noyd; Soul Food è 3 Card Molly di Xzibit; Endangered Species è Mobsta's di Kool G Rap; Verbal Graffiti è Lotta Armata Chatty Boy Disser (vabeh). Ora, questo significa semplicemente che i campioni sono gli stessi e che sono tagliati allo stesso modo, non che le canzoni siano oggettivamente migliori o peggiori delle precedenti controparti; tuttavia, è inevitabile avere una sensazione di già sentito. A ciò va poi aggiunta una verità: la sopracitata Endangered Species è l'unico pezzo davvero brutto dei 13 offertici, in quanto il Nostro non solo non si spreca in inventiva (aka è il solito "ti rompo il culo") ma, ben più grave, non va a tempo e piazza pause quà e là alla sperindio al punto che sospetto che il testo sia stato scritto avendo in mente tutt'altro beat. Sia come sia, il risultato finale si può definire in un solo modo: amatoriale, e questo per un veterano è imperdonabile.
Fortunatamente, però, il resto di True Meaning non delude: i beat dei vari Emile, Hangmen 3 (sissì, proprio quelli degli Almighty RSO), Hi-Tek, Buckwild, Alchemist, Large Professor e D/R Period fanno da sfondo ideale alle capacità narrative nonché strettamente liriche di Cormega, e così si passa elegantemente dall'amarcord di The Legacy all'ultima puntata della diatriba con Nas (Love in Love Out) -fortunatamente gestita non con toni esagerati bensì trattata con buona sobrietà, senza naturalmente scordarsi delle cosiddette hood tales e degli struggimenti correlati. Menzione particolare in tal senso va a A Thin Line (storia di un tradimento da parte di un ex amico, decisamente personale) e Soul Food, una delle poche canzoni d'amore che risultano sobrie ma al contempo scevre dal machismo d'accatto che invece così spesso si trova all'interno dell'hip hop. Ad ogni modo, in mezzo a tutto questo valido materiale è difficile stabilire quali siano i pezzi oggettivamente migliori: ad esempio, il mio preferito è Therapy (principalmente per via del beat di Hot Day), ma non troverei scandaloso se qualcuno preferisse Thin Line o The Legacy; poco conta, in fondo.
In conclusione, benché alcuni destestino 'Mega per via della sua voce (davvero! ne ho già beccati due che la pensano così) è innegabile la sua crescita in quanto a scrittura e tecnica, così come non si può sorvolare che queste trovino dei degni partner in una pletora di beat dalle melodie tendenzialmente orecchiabili ma che non ne pregiudicano la matrice ruvida. The True meaning è dunque un album importantissimo all'interno della carriera di questo artista, certo, ma soprattutto un ascolto più che consigliato a chiunque sia portato verso un rap che non si nasconde nè dietro a trucchetti da baraccone come gli adlib ad effetto, nè tantomeno dietro ad un fare pretenzioso di chi si reputa "avanti".




VIDEO: THE TRUE MEANING

3 commenti:

Antonio ha detto...

Meno male che su Cormega e Tragedy concordiamo... Il QB che ci piace.
Se the Testament fosse uscito quando doveva sarebbe stato una bomba!

P.S.: gli Hangmen 3 qualcosa in carriera l'hanno azzeccata. Sicuramente piu'degli RSO. Anche se la storia narra che se the Wild Juvenile non fosse stato accoltellato forse le cose sarebbero state diverse...

reiser ha detto...

Beh beh ma il primo LP degli RSO non era da buttar via, all'epoca qualche soddisfazione me la diede -tipo il remix di One In Tha Chamba, Summer Nights ed un paio di altre. Ah, sì, e anche War's On e Forever RSO non erano male. Ovviamente erano i beat a far da padroni, però c'erano un paio del gruppo che non eran da spernacchiare benchè avessero nomi inauditi come, mi pare, Tangg Da Juice (!)

Ma vuoi ridere? Posseggo anche il terronissimo seguito sotto il nome di Made Men, quello sì bruttino (ricordo il 4 e 1/2 sulla Source di allora, LOL)

...in radio han passato una cover di What's Going On "cantata" da Cyndi Lauper, trissshtezza

djmp45 ha detto...

peccato che ha chiuso..una scappata ce la facevo...mi ricordo che avevano il singolo di dsa...che adesso vale pure un bel po'...

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