VA - HOME: BOSTON UNDERGROUND HIP HOP (Landspeed, 2001)

mercoledì 17 settembre 2008

Come ho già avuto modo di scrivere in precedenza, fino alla fine degli anni '90 Boston era stata fondamentalmente periferica rispetto al movimento dell'hip hop. Certo, c'erano alcuni artisti come EdO.G. & the Bulldogs o gli Almighty RSO che in passato avevano provato a "metterla sulla mappa" (perdonate l'italianizzazione, ma visti i tempi conviene abituarvisi), ma questi tentativi erano sempre rimasti commercialmente irrilevanti e dunque culturalmente snobbati dalla comunità reppusa internazionale. Ma intorno al 2000 vi furono due case discografiche -la Brick ma soprattutto la Landspeed- che raccolsero attorno a sè la crème de la crème di ciò che la città aveva da offrire e, complice un ottimo sistema di distribuzione, inondarono con singoli e EP un mercato che stava pian pianino scivolando nella stagnazione.
Home rientra dunque all'interno del sopracitato contesto, essendone una sorta di summa: Insight, Krumb Snatcha, 7L & Esoteric, Edan, Reks... chiedete e vi sarà dato. Mancano solamente Virtuoso ed il veterano L Da Headtoucha, ma per il resto la fotografia composta da questi 15 pezzi è straordinariamente nitida e rispecchia perfettamente quel florido periodo; non dovrebbe stupire perciò l'elevata qualità del prodotto, tant'è vero che in diversi casi le canzoni presentate dagli artisti diverranno i singoli dei relativi futuri album.
E' questo il caso di Rekless, singolo di quel Along Came The Chosen da me già recensito qualche tempo fa e che pertanto non vale la pena di descrivere una seconda volta; oppure, ancora, di Rap Religion di Insight. Ecco, qui vale la pena di spendere un paio di parole per descrivere la canzone e l'artista: innanzitutto, va detto che 'Sight è uno dei pochi che si rifanno ad un suono antecedente il '95 riuscendo a mantenerne le atmosfere ma al contempo riaggiornandolo e rendendolo digeribile ai più giovani. Chi ha mai ascoltato uno dei suoi dischi già sa di cosa sto parlando (includo anche l'eccellente duetto del 2007 col produttore Damu), mentre chi lo dovesse aver finora ignorato potrà notare quanto da me espresso nella suddetta traccia: le batterie ed il basso sono martellanti e "sporche" come se ci trovassimo nel '93, ed il modo di tagliare in brevi spezzoni il campione di organo elettrico (inserendovi il saltuario effetto) si spinge addirittura verso un'estetica bombsquadiana. Naturale, dunque, che anche il flow e le metriche risultino serrati ed energetici, cosicché l'insieme (più degli azzeccatissimi cut di Guru nel ritornello) riesce a farci scordare che dopotutto si tratta della tipica ode al rap -che piace sempre come i tegolini pur non rappresentando nulla di concettualmente nuovo. E, volendo restare ancora nel filone delle "odi a qualcosa", che dire dell'ottima posse cut Home? Su un beat dai suoni essenziali (una scala di basso ed un'unica nota a chiuderne il loop) prodotto da G², che pare però uscito dallo studio di Diamond D, si avvicendano al microfono EdO.G., i Kreators, Krumb Snatcha, Akrobatik, Big Shug e, ciliegina sulla torta, Guru nel ritornello. Una roba che solo ad immaginarsela vien da leccarsi i baffi, e per una volta tanto il risultato riesce a soddisfare ampiamente le aspettative. Persino il cronicamente scarso Big Shug dà un colpo di reni portando a tavola una strofa onesta, mentre i restanti fanno a pezzi la base, in special modo EdO.G., Akrobatik e Krumb Snatcha.
Krumb Snatcha che ritroveremo due tracce più avanti con una prestazione in linea coi suoi standard di allora (tant'è che pare quasi una Killer In Me 2.0), così come allo stesso modo si comportano 7L & Esoteric, Edan, Chan (autore poi del bruttoccio Part Of A Nation), Kreators e Skitzofreniks (Slow It Down è più bella remixata). Chapeau va invece sia al sempre affidabile EdO.G. ed alla sua Questions, come al solito preciso e pulito sia nel suono che nell'esposizione dei concetti, che ai Raw Produce e Mr. Lif. La loro I Am Myself è sì oggettivamente un po' da boyscout (sapete, meglio essere che apparire, onesto è bello... robe che nemmeno Jovanotti), lo concedo, però bisogna dire che non solo Lif migliora nettamente la situazione sia concettualmente che tecnicamente, ma anche che la melodia costruita con l'ausilio di un loop di piano è infettiva e capace di restare in testa per molto, molto tempo.
Insomma, la sostanza è che se si cerca del buon hip hop Home è capace di darvelo. Alcune cose sono, ovviamente, ben più interessanti di altre che invece mancano di mordente; tuttavia, nel complesso l'opera è solida e fornisce una soddisfacente panoramica di quelli che erano i rappresentanti di Boston all'epoca, molti dei quali ancora presenti ed evolutisi a tal maniera da rendere i loro pezzi qui presenti "storicamente" interessanti.




VIDEO: RAP RELIGION

2 commenti:

reiser ha detto...

Boh ma chemmefrega... io li piazzo lì, e poi Itunes decide per me

Anonymous ha detto...

si ma a noi farebbe molto comodo!! tutte le volte devo cercarmi la tracklist.... :-(

chiariamoci, sarebbe la ciliegina, la torta va più che bene così! :-)

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