GHOSTFACE KILLAH - IRONMAN (Epic/Razor Sharp, 1996)

mercoledì 24 giugno 2009

1996, Milano. In quell'anno la mia passione per il rap aveva raggiunto dei livelli di preoccupante maniacalità, tanto che da tempo ormai mettevo da parte tutti i soldi che mi passavano i miei per mangiare, in modo da potermi permettere il lusso di un CD ogni due settimane (cosa che oltretutto mi permise di passare dal bombolotto che ero ad una forma più longilinea, fino a raggiungere il cosid. Pookie status nel '98 con un ricco 1,86 x 66kg). Ricordo esattamente il giorno in cui venni in possesso di Ironman: avevo lezione nel pomeriggio e così decisi di fare una puntata-lampo al TimeOut assieme al mio amico e mentore Paul, tornando così a scuola con in mano sia l'esordio solista di Ghostface Killah che ATLiens; inutile dire che vi fu una feroce lotta per il possesso dell'unico Discman disponibile (il suo) che si concluse con un ascolto lampo da parte mia che -onestamente- mi lasciò deluso. Non ci credete?
Ebbene sì, al primo ascolto Ironman non mi convinse affatto: a parte l'inclusione truffaldina di due tracce già edite su altrettante colonne sonore (Winter Warz da Don't Be A Menace To South Central While Drinking Juice In The Hood, Motherless Child da Sunset Park), ciò che mi mancava era il suono cupo e sporco dei vari Liquid Swords, Cuban Linx, Tical eccetera eccetera. Al suo posto era sopraggiunto un mood più sofisticato che all'epoca, data la mia ancor maggiore ignoranza musicale, non riuscivo a decifrare e che oltretutto si poneva in netto contrasto con ciò a cui s'era abituato il mio orecchio. Detta altrimenti, il motivo per il quale Ironman non aveva saputo impressionarmi è che ero giovane e fesso, e dunque non ero capace di rendermi conto che con quel disco ebbe luogo una svolta nel suono del Wu: lo spostamento definitivo verso il soul come primaria fonte d'ispirazione per il proprio stile. Ora, leggendo queste righe penserete: "Non è che in passato i sample provenissero da Rita Pavone, e dunque dove starebbe la novità?". Giusto. Ma considerate quanto diverso può essere l'utilizzo di Ann Peebles in Shadowboxin' rispetto a quello di Al Green in 260: loop brevissimo e quasi privo di chiare connotazioni il primo, più lungo e contenente elementi ampiamente riconoscibili (il mormorio di Green in primis) il secondo. Ancora: se nella storica Heaven & Hell il sample di Syl Johnson ne rivelava la matrice anni '70, esso è comunque quasi minimo rispetto a quanto avviene per O.V. Wright in Motherless Child. E, in breve, grossomodo in tutte le tracce si respira un'atmosfera più calda e avvolgente che non nelle precedenti opere del colletivo di Staten Island, con come uniche eccezioni Assassination Day, Winter Warz e Marvel. Non è peraltro un caso se, a distanza di diversi anni, è stato lo stesso Ghostface -che in questo album invita direttamente i Delfonics- a reintrodurre in maniera massiccia i campionamenti soul ed a portare ad un necessario rinvigorimento di un Wu che, dopo il duemila, sembrava essersi perso dietro agli eclettismi poco ispirati di RZA.
Insomma, per quanto reputi che non si possa parlare di momento storico, è indubbio che Ironman rappresenti un passo importante nell'evoluzione del Wu ed uno fondamentale per Ghostfazza. Tanto per cominciare perchè in quest'occasione egli dimostra una volta per tutte di essere un vero mostro al microfono, e questo nonostante venga affiancato sia da un Raekwon al massimo della forma, sia da un emergente Cappadonna che -a pensarci vien da ridere- in Ironman manifesta un talento all'epoca assai notevole (cfr. la sua strofa in Iron Maiden). Ma poi, soprattutto, perchè Ironman alla fin fine è la prova più tangibile della sua capacità di reggere da solo intere canzoni e comporre dischi aventi capo e coda, contrariamente a quanto era avvenuto fino ad allora con Method Man e che più avanti si sarebbe ripetuto con i vari Cappadonna, RZA, Inspectah Deck e via dicendo. No: Ghostface riesce invece ad infilare diciassette canzoni una dopo l'altra quasi senza sbagliare un colpo e, pur non essendovi un reale filo rosso che conduca dall'una all'altra, tra il suo stile a libera associazione ed il collante formato dalle produzioni e dai vari skit, si riesce a giungere ad una sintesi quasi perfetta.
Geniale è l'idea di aprire con Iron Maiden, che non solo figura tra i pezzi migliori del "pacchetto" ma, soprattutto, sia come tiro che come campione prepara l'ascoltatore a ciò che seguirà; aggiungiamoci delle performance di Rae e Cappa indiscutibilmente eccezionali che si aggiungono a quella altrettanto valida di Ghost ed ecco che le aspettative cominciano ad essere soddisfatte. Seguono e abbassano i bpm il grezzissimo e ultramisogino storytelling di Wildflower e la mediocre -per via del beat- Faster Blade, finché con 260 non solo si ritorna a velocità più sostenute ma anche la qualità vede un'ascesa: forse si può opinare il taglio del campione di You Oughta Be With Me, che per l'occasione non sfrutta il bridge originale (come fa invece il remix di Format di AZ, che trovate anche su RNS), ma francamente mi sembra chiedere troppo. Già così la canzone è una perla, trovo pertanto inutile spaccare il capello in quattro.
Dunque: giunti che siamo alla quinta traccia abbiamo avuto modo di notare i primi accenni del cambio di direzione nel sampling di RZA; ebbene, siccome all'epoca qualcuno poteva restarne spiazzato, ecco che il Nostro decide di fare una mossa inaspettata. Assassination Day, che oltre ad avere un titolo fighissimo ed essere una delle posse cuts del Wu al contempo più belle e sottovalutate di sempre (assieme a Spazzola di Meth), non solo vede un ritorno alle trentasei camere da parte di Robert Diggs ma si fa notare anche per la curiosa assenza di Ghostface, che in compenso lascia tutto lo spazio a Deck, RZA, Rae e Masta Killa. Ecco: giunti a questo punto posso dire una cosa? Viste le strofe la sua mancanza non si sente. Leggete e poi ascoltate anche solo le entrate di Deck ("I move through the third world, my third eye's the guiding light/ Invite to fight, we all die tonight"), RZA ("I stop producers careers, the weak spot was their ears/ Scorpion darts hits their mark pierce their heart with silver spears"), Rae ("First of all, before we move on, this shit is like a Yukon/ Don, spread it out like Grey Poupon") e Masta Killa ("War is extremely serious and it saddens me/ To have to take tings to deadly measures/ And have you measured and shot for no pay/ It's assassination day I stalk my enemy like prey"). Da applausi? Io direi di più.
Di tracce su questo livello però ce ne sono altre, state tranquilli: Fish (unica base curata non da RZA bensì da Tru Master) è eccezionale, così come anche Daytona 500 (miglior uso del sample di Nautilus? Diciamo che se la gioca con Follow The Leader e Stray Bullet) e l'uno-due dato da Black Jesus e After The Smoke Is Clear. E naturalmente anche Motherless Child e l'eccellente Winter Warz, pur figurando tecnicamente come ricicli, assurgono tra le cose migliori del disco; anzi, a dirla tutta faccio prima a dire quali sono i pezzi secondo me meno ispirati. È facile, si riconoscono subito: Faster Blade, Box In Hand (che si salva in zona Cesarini grazie ad una bella strofa di Meth) e Marvel (dove alcune delle peggiori tendenze del Diggs che verrà cominciano a farsi notare, vedi ad esempio la cacofonica e striminzita melodia).
A queste poi aggiungo in piena enfasi di soggettività la tanto acclamata All That I Got Is You, che a prescindere da qualsiasi valutazione critica mi risulta di una melensaggine insostenibile e francamente, con quel popò di coro di Mary J. Blige, davvero non riesco a sopportare più. Ma questa è una valutazione completamente personale, per cui datele il peso che merita e soprattutto non scatenate un inferno nella sezione dei commenti -grazie.
Ma alla fine dei conti cos'altro c'è da aggiungere? Qualche senese frequentatore del blog mi odierà, ma cinque non riesco a darglielo; per me qualche fiaccata c'è e anche se queste vengono facilmente dimenticate grazie alle chicche qui presenti, cosa che mi permette di dargli un quattro e mezzo, purtroppo non posso conferire il pieno dei voti. So sorry. Tenete però conto che, come sempre, quando mi trovo a giocare coi zainetti cerco di contestualizzare quanto più possibile e quindi quest'opera se la deve giocare con robette da nulla come OB4CL, Infamous o Liquid Swords. Non -con tutto il rispetto- coi Cunninlynguists.




VIDEO: DAYTONA 500

7 commenti:

Anonymous ha detto...

ottima recensione...secondo me è giusto non dare 5 per il semplice fatto che c'è quella traccia scassamaroni di camay(e neppure after the smoke is clear mi fa impazzire)...per il resto penso che all that i got is you può non piacere a tutti ma è sicuramente una canzone sentita da ghost dove(almeno io) giustifico il ritornello cantato e la melensità per un effetto complessivo che difficilmente si può ritrovare in altre canzoni(sopratutto se vai a prendere altre canzoni di ghost dove c'è un'impronta rnb inutile e fastidiosa)...e non sono d'accordo per box in hand cazzo mi spacca quella canzone(sopratutto per meff)...e cmq yes the shit is raw comin'at yoo door....
bella reisa

RARASHIXXX

MAK ha detto...

Questo è SENZA DUBBIO il miglior album di Ghostface, grazie anche a un RZA ad alto coefficiente di circolabilità, cosa che è venuta un pò a mancare negli anni seguenti.

"...Daytona 500 (miglior uso del sample di Nautilus? Diciamo che se la gioca con Follow The Leader e Stray Bullet)...
Mah, l'hanno usato talmente in tanti che non saprei dire... tutti pezzi "storici" tra l'altro. Erick Sermon è quello che (prima) l'ha sfruttato in maniera più simile a Daytona 500.

Ricordo un live del Wu a Londra per MTV YO! (1998 circa) dove fecero un incredibile "medley" con Assassination Day e 4th Chamber... da applausi.
Questo per dire che la prima è la mia preferita dell'album, e guardacaso quella che meglio si collocherebbe in un Liquid Sword per l'appunto. In sostanza, c'ho messo qualche tempo pure io per apprezzare in pieno questo disco.

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD...TrueLowe for this album..spacca tutto a parire dalle canzoni a finire alla grafica..cazzo potrei dire le solite cose (anche a me camay e all that i got is you non fanno impazzire) ma cazzo se io fossi ghost e tornerei indietro nel tempo a rifare l'album lo rifarei esattamente così...................comunque..baby blak...rappresent....no doubt!!!!!!...ebbène si con questo cd ci sono in fotta!

Antonio ha detto...

senese frequentatore del blog mi odierà, ma cinque non riesco a darglielo
Se stavi dicendo a me, modera i termini. Senese è l'offesa peggiore che si possa fare a un uomo.
Io sono di Sassari.
Per il resto, la penso come te praticamente su tutto (compresi i 4.5 su 5 e sul fatto che all'inizio fossi anche io rimasto spiazzato). Se su Box In Hand avessero usato il campione iniziale, però, sarebbe stata una bomba di beat!

Anonymous ha detto...

e non me li appoggi buck 50 e the forest?
Bauau

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD...cazzo ci sto pensando solo ora 1,86 x 66 kg????!!! sicuro di avere raggiunto questo peso solo risparmiando i soldi del mangiare?...

Anonymous ha detto...

il 28 epmd a milano

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