CORMEGA - THE TESTAMENT (Legal Hustle, 2005)

giovedì 22 ottobre 2009

Come qualsiasi aficionado del rap degli anni '90 sa, la decade in questione è stata caratterizzata non solo dalla definitiva emersione commerciale dell'hip hop, ma anche da alcune delle pratiche più becere per cui le case discografiche sono tristemente note, in primis il cosiddetto "shelving": in pratica si tratta di mettere sotto contratto un artista, farlo lavorare fino a quando ha in mano un prodotto più o meno finito e pronto per la distribuzione, salvo poi gettare lui ed il suo album nel limbo dei dischi annunciati e mai più pubblicati senza particolari motivi. Tra le tante major che in quegli anni si cimentarono in questo comportamento ai limiti della criminalità, la Def Jam si contraddistinse in particolar modo per la sua incompetenza e la sua cecità, bloccando prima l'esordio di Trigger Tha Gambler (ad oggi reperibile solo via internet) e poi l'altrettanto atteso debutto di Cormega. I motivi per compiere una simile azione mi sono completamente sconosciuti e spero perciò che qualche insider che dovesse passare da queste parti riesca ad illuminarmi, perchè anche con il famoso senno di poi posso tranquillamente affermare che i suddetti due dischi avrebbero soddisfatto le aspettative dell'epoca al di là di ogni ragionevole dubbio. Cosa ancor più grave, ricordo che per ambedue i prodotti erano stati spesi fior di dollari in pubblicità ed in promo di vario genere, per cui le ragioni che possono aver portato ad una reclusione dei relativi master mi risultano ancor più ineffabili, portandomi di conseguenza a pensare ad un abuso di droghe pesanti negli uffici della Def Jam se non peggio.
Ora, la fortuna di restare un fan del rap anche nel 2009 consiste tra le altre cose nel poter approfittare di ristampe e raccolte curate in genere da estimatori del genere oppure da etichette discografiche dotate di un pochino di sale in zucca, ma è raro se non impossibile vedere lo stesso artista-vittima muoversi per dare ai suoi fan la possibilità di entrare in possesso di un'opera a cui egli stesso probabilmente non è nemmeno tanto interessato. Bene: dite "buongiorno" a Cormega. Nel 2005 egli è riuscito a riacquistare i master di Testament dalla Def Jam e, dopo averli risistemati e un po' "aggiornati" in termini di mixaggio masterizzazione, a raccoglierli in quello che sarebbe dovuto essere il suo album d'esordio nel '99.
Inutile dire che, da fan sfegatato di 'Mega quale sono, come ho saputo della sua uscita, mi sono fiondato a comprare l'originale; fino a quel momento avevo sempre più o meno snobbato le versioni che giravano su internet, e dunque alla fin della fiera di suo materiale originale ed "autorizzato" avevo solamente Testament (pubblicata sul disco bonus allegato a It's Dark And Hell is Hot di DMX) ed il singolo Killaz Theme b/w Angel Dust. Inutile quindi dire che, quando ho inserito il CD nel lettore, come sono partite le prime note di Dead Man Walking e Montana Diary ho avuto un'erezione retroattiva che mi ha portato a riavere 17 anni; roba che a momenti mi mettevo a farmi una cassettina da mettere nel mio vecchio glorioso walkman (l'ho ritrovato! So che non ve ne frega un cazzo, ma è LUI!) per andare a scuola. Insomma, com'è ovvio l'effetto nostalgia è inevitabile, e pertanto ho deciso che, avendo buona memoria, recensirò quest'album con i criteri corretamente contestualizzati e non -come ho purtroppo visto fare- con quelli del 2005.
I beat, prodotti perlopiù da Nashiem Myrick e con singoli contributi di Sha Money XL, RNS (quello del GP Wu e Shyheim), Hot Day, Havoc e altri, rientrano pienamente nelle atmosfere del Queensbridge come precedentemente dettate da Hell On Earth. Ci sono tuttavia alcune differenze, prima fra tutte una maggiore epicità del tutto: i campioni hanno spesso un piglio orchestrale, e quindi -tanto per fare un esempio abbastanza emblematico- è più facile incappare in loop di intere sezioni d'archi che non di singoli violini. Come seconda cosa, il suono è più corposo, da un lato, e più pulito dall'altro: questo è dato probabilmente da una revisione del mixaggio, ma già quando uscii Testament si poteva notare una certa differenza tra i lavori di Cormega e quelli, ad esempio, dei Mobb Deep o di Capone 'N' Noreaga. La terza differenza è, infine, quasi una conseguenza delle precedenti: in termini relativi, si può dire che quest'album rappresenti una sorta di apertura al resto di New York, tanto più che vi sono purtroppo alcune concessioni (come i ritornelli cantati) che fino ad allora erano stati del tutto assenti -o quasi- nei lavori provenienti dal QB.
Ma su quest'aspetto ritornerò più avanti; intanto penso che sia impossibile non restare ancor'oggi affascinati dalla title track, prodotta dallo stesso Dave Atkinson di Affirmative Action, che mescola molto bene tutta una gamma di suoni che vanno dall'organo all'arpa, passando per un bel sample vocale che viene fatto entrare nel ritornello; lo stesso dicasi per Dead Man Walking e Montana Diary, con la prima più essenziale nel suo sinistro loop di piano e la seconda invece nuovamente orientata in direzione orchestral-peschereccia. Havoc, dal canto suo, si fa notare per la valida Angel Dust e soprattutto per l'ormai celebre Killaz Theme, che non avrebbe sfigurato (anzi!) se inserita in Murda Muzik a fianco di una Quiet Storm. Ottima, nella sua semplicità, pure '62 Pick Up (autoprodotta) e Love Is Love, grazie al riutilizzo dello stesso sample degli Ohio Players già sentito in B.I.B.L.E. di Killah Priest.
Purtroppo, come dicevo, moltissimi beat (e strofe) validi vengono massacrati da incursioni cantate tipiche del pessimo gusto di quegli anni: Love Is Love, Every Hood e Coco Butter presentano degli idioti che si sgolano senza un apparente motivo che non sia quello di rendere pacchiano il tutto. Ed è per esempio in questi casi dove si nota una certa immaturità artistica di 'Mega, che qui non solo talvolta scrive in maniera del tutto impersonale (Coco Butter non presenta molto di suo, è generica), ma soprattutto usa espedienti di bassa levatura per imprimere una direzione al pezzo (vedi i cantati o l'occasionale scarrellamento d'arma da fuoco, come a dire "ehi, questo pezzo fa brutto, capito?").
Tuttavia, i segni del suo talento sono complessivamente evidenti in più d'una occasione: sia come MC puro e semplice (Testament, Killaz Theme, Angel Dust), sia come storyteller fuori dal comune ('62 Pick Up, Dead Man Walking, Montana Diary) che, infine, come scrittore puro semplice: la sua one Love, una sorta di risposta all'omonima canzone di Nas, non raggiunge i livelli dell'originale ma ne risulta una degnissima controparte e riesce ad anticipare una certa sensibilità e maturità che si sarebbero poi viste negli album successivi. E a questo punto certe mancanze tecniche -principalmente enfasi e controllo del respiro- passano in secondo piano; si può quindi dire che già nel '98 'Mega fosse un artista da tenere d'occhio.
In conclusione, quindi, se da un lato Testament non può essere paragonato a pietre miliari come Infamous o Illmatic, e nemmeno a debutti eccellenti come War Report, dall'altro l'esito è di una bontà tale che non si capisce francamente perchè mai questo disco non abbia visto la luce del giorno nei tempi previsti. Ora, se io dovessi consigliarvi un album di Cormega questo non sarebbe certamente il primo della lista, dato che oramai è possibile avere un MC unico e completo mentre qui, volendo, è un po' generico rispetto agli standard attuali. Se però cercate un qualcosa capace di riportarvi ai fasti del Queensbridge ed in particolar modo del suo particolare sound, allora direi che questo esordio merita senz'altro un ascolto; quattro zainetti vintage, allora, non si discute.



6 commenti:

reiser ha detto...

Nooo ma va', scherzi? E' che a te stanno sui coglioni quei due
Trigger era ultra-atteso, almeno quanto Cormega, non bestemmiamo

La storia della Def Jam mi puzza un po', ma non avendo sentito altre versioni, perchè no?

MAK ha detto...

Atteso o non atteso, a me è piaciuto di più Life's A 50/50 Gamble. Sì, sono terribilmente groupie della prima Nexx Level Click e a conti fatti questo è l'unreleased che più rimpiango. Ricordo pure i problemi di Ras Kass con l'uscita di Van Gogh e 24K di Cuban Link, che sarebbe dovuto uscire poco tempo dopo, non un classico ma qualche pestone (Toe To Toe e M.O.B. per dire) lo conteneva.

Paul ha detto...

Da non dimenticare, nella valanga di vaporware dei tempi, quel fatidico album di Humanreck (ma è davvero Rockwilder o no?) per il quale facevano pubblicità nella Source per due anni di fila...

reiser ha detto...

P.S. per "i due" intendo ovviamente Smoothe e Trigga

MAK ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=90g6iElTyAE

reiser ha detto...

Io ti banno.

Posta un commento