M.O.P. - FIRING SQUAD (Relativity, 1996)

martedì 26 febbraio 2008

Checchè possano dire i vari PMD, Onyx e compagnia bella, il termine hardcore non può non essere sinonimo di M.O.P. e viceversa. Escluse le cadute di stile successive alla pubblicazione del loro ultimo "vero" album (Warriorz), nei 14 e passa anni di onorata carriera il duo di Brownsville non ha ceduto di un passo nel mantenere intatto il loro stile. Hanno rifiutato qualsiasi tipo di compromesso non in nome di qualche principio o altro, ma semplicemente perchè la loro identità è quella e stop, evolutasi nel corso degli anni ma sempre solidamente agganciata a quanto espresso nel loro singolo d'esordio: "How about some hardcore? Yeah we like it raw". Nel '96 uscì per la Relativity (gran etichetta finché è durata) il loro secondo album, il quale, malgrado un successo di vendite inizialmente molto relativo, contribuì ad alimentare la teoria secondo la quale creare un disco che possa piacere a tutti alla lunga non paga, per quanto bravi si possa essere -e sto pensando ad esempio a Shut 'Em Down degli Onyx: se sei bravo ad urlare su un beat ruvido e minimalista, fallo. Se poco te ne può fregare dei problemi della vita e tantomeno della mentalità da club, lasciali perdere. Infine, se sei legato al tuo quartiere d'appartenenza e non t'interessa esplorare nuovi territori, lascia che siano gli altri ad abituarsi a te.
Una lezione che gli M.O.P. hanno probabilmente recepito istintivamente, dato che in questo Firing Squad non c'è nemmeno mezza traccia dei trick pseudocommerciali che pure si usavano a metà anni '90 per svoltare: nessun ritornello cantato, nessuna canzone per le signorine, nessuna apertura a melodie più accessibili à la Trackmasterz. Anzi: alle macchine si alternano principalmente Laze "E" Laze, Big Jaz e soprattutto un DJ Premier in stato di grazia; al microfono invece ci sono Lil' Fame e Billy Danze (ultima occasione per vederlo magro), con come unici ospiti Teflon e Kool G Rap- quest'ultimo presente con una strofona da 90 in Stick To Ya Gunz, primo singolo dell'album. Del resto, per quanto ben graditi i featuring, loro non è che abbiano poi bisogno di grandi aiuti: al microfono "funzionano" in modo eccezionale, avendo uno stile simile ma delle voci e delle metriche ben diverse tra loro e che si complementano con naturalezza. Più o meno lo stesso si può dire dei beat e di come questi vanno ad abbinarsi ai Nostri; in particolare, spiccano la già citata Stick To Ya Gunz, Born 2 Kill, World Famous, Lifestyles Of A Ghetto Child e Downtown Swinga '96. In quell'anno, poi, Primo era decisamente in buona (cfr. l'ottimo lavoro fatto con Wrath Of The Math di Jeru) e riusciva a differenziare parecchio l'atmosfera di un beat dall'altro, magari tagliando diversamente i campioni oppure usando suoni ora molto ricchi (Stick To Ya Gunz) ed ora decisamente scarni (Brownsville). Al limite, ciò che si può imputare all'intera opera è di risultare un tantinello lunga ed in certi punti musicalmente monotona pur avendo un orecchio allenato -ma forse questo è dovuto al fatto che conoscendo il disco da dodici anni certi passaggi mi stufano.
Nel complesso il disco è quindi decisamente valido; pur non essendo un capolavoro a sè stante (come del resto nessuno di quelli degli M.O.P.), si colloca con facilità tra i loro migliori episodi e contribuisce in maniera determinante a far sperare in un loro ritorno come dio comanda, senza cazzate come i mashup similmetallusi e i mixtape messi insieme alla bell'e meglio. Tre zainetti e mezzo o quattro, vedete un po' voi.




VIDEO: WORLD FAMOUS

3 commenti:

Tino ha detto...

Devi aver letto il mio commento nel post degli ONYX: grazie, questa è una pietra miliare, un must, la definizione del devoto-oli alla parola hardcore. Dopo di loro, nient'altro suonò più forte. Amen. Tino

reiser ha detto...

Certo che l'ho letto, seppur in ritardo; il feedback copre pur sempre un suo ruolo- purtroppo blogspot non ha la funzione "ultimi commenti" come splinder, altrimenti risponderei con maggior solerzia

Periyo ha detto...

Bella zio, grande blog!

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