EDO.G - WISHFUL THINKING (Overlooked Ent./Red Line, 2002)

venerdì 31 ottobre 2008

Scusate gli aggiornamenti a singhiozzo, ma negli ultimi giorni sono stato distratto sia da un concerto dei Deus (dupalle) e lo struggle che ne consegue, sia da un fantastico disco dei Tindersticks che, tra parentesi, non posso che consigliare a chiunque apprezzi il Nick Cave degli anni '90 e Mark Lanegan come solista -ovviamente, previo ascolto. Comunque sia, tornando all'ambito che più ci interessa, ho notato che tra le tante manchevolezze del mio blog una delle più grandi è la totale assenza di materiale di EdO.G.
In effetti di lui non si può certo dire che brilli per notorietà al di fuori di una ristretta cerchia di fan e aficionados, tant'è vero che pur rientrando io nelle suddette categorie ho colto le sue uscite pressoché per caso facendo per giunta una certa fatica a reperirle fisicamente. In particolar modo è questo Wishful Thinking ad avermi dato i maggiori problemi, nel senso che, mancando da un lato della rete distributiva della Landspeed (cfr. The Truth Hurts) e dall'altro del seppur relativo clamore che ha accompagnato la collaborazione con Pete Rock (cfr. My Own Worst Enemy), i negozi in Italia se n'erano riccamente fregati; questo finché un bel giorno non lo trovai in un bel negozietto a Torino (gestito da Double S, mi pare) laddove lo comprai con un modico esborso di euro dieci -prestati e peraltro mai più restituiti, perciò Gus fatti vivo con un numero di c/c ché colgo l'occasione per ridarteli.
Amenità personali a parte, Wishful Thinking vede la luce sotto l'egida della Overlooked Entertainment, un nome più che mai azzeccato per questo disco, che ha diverse frecce al suo arco e che a mio modesto avviso è degno di ben diversa considerazione da parte di chiunque segua il rap con la dovuta attenzione. Elencandoli brevemente, questi dardi si concretizzano in: sinteticità, coerenza, omogeneità ed equilibrio; il che, detto così, pare più la pubblicità di un'automobile che l'elogio di un album, ma se andiamo a sviscerare le tredici tracce che lo compongono vedremo come in realtà un simile giudizio si presti bene a descriverlo.
Tanto per cominciare, va notato che dodici produzioni sono affidate al bostoniano DJ Supreme One -già avvistato nella tracklist di The Truth Hurts- con come unico intervento esterno un DJ Revolution decisamente accorto a non stravolgere il sound del disco. Ne deriva dunque una inevitabile sensazione di omogeneità e coerenza, cosa che il più delle volte aiuta in maniera determinante l'ascoltatore a farsi coinvolgere sempre più nell'ascolto e nella relativa fruizione dei contenuti, e che anche stavolta "funziona". Se poi ci aggiungiamo che non solo la scuola d'appartenenza di Supreme One è naturalmente la costa atlantica, e più precisamente Pete Rock, ma anche che si dimostra decisamente competente nel creare il giusto tappeto sonoro per EdoardoGì, allora il plauso non può che essere forte. Infatti, laddove egli non brilla per originalità, compensa con un ottimo gusto ed una generale classe nel gestire i vari elementi del beat; dai loop di piano alle schitarrate funk, dall'eccellente lavoro fatto coi giri di basso alla programmazione delle batterie, tutto si fonde in tracce la cui bontà non è gridata ma si fa vieppiù innegabile (e rara) ascolto dopo ascolto. Aggiungiamoci poi che i beat sono davvero fatti su misura per lo stile di Edo ed ecco che non si fa fatica a trovare autentiche perle come Be Thankful, On Fire, il remix di Bitch Up Off Me e Questions; in queste l'alchimia tra MC e produttore raggiunge vette eccelse sottolinenado nei fatti quanto questa sia essenziale per fare buona musica (osservazione banale, certo, ma troppo spesso ignorata anche da gente come lo stesso EdO.G con i risultati che si possono notare).
Attenzione: io reputo che per trovare qualcosa che davvero faccia al caso del Nostro si debba essere ben più che semplicemente competenti, per questo sto facendo piovere elogi a nastro. Sì, perchè il buon Edward Anderson è piuttosto atipico come MC -del resto lo si riconosce subito- visto e considerato che pur avendo una voce possente ed una dizione ben marcata, non è certo il tipo da agitarsi al microfono. Le metriche che favorisce, poi, sono sì generalmente regolari ma non è raro che decida di chiudere la rima lievemente in anticipo o in ritardo, magari giocandosela con l'intonazione della voce o con una pausa ad effetto collocata ad hoc: ergo, le basi non possono né essere dei pestoni standard, né sbilanciarsi sull'eccessiva leggerezza ed armonia e né, men che meno, lasciarsi andare a esperimenti da defjukkies. Ed è esattamente qui che Wishful Thinking riesce dove il precedente album aveva fallito; mediante atmosfere generalmente rilassate quanto comunque d'impatto e variegate, l'intero disco scorre che è un piacere ed arriva alla sua conclusione lasciando una sensazione d'appagamento.
Dal canto suo, EdO, che ho già descritto come più che semplicemente competente -l'apparente semplicità tecnica non deve trarre in inganno- è qui in ottima forma e spazia con scioltezza dal semplice braggadocio a temi di maggior respiro, quali ad esempio il sociale (Rise & Shine, Questions), la critica -che graziaddio non è la consueta astiosa geremiade- al mondo della musica rap (Be Thankful) al rapporto con certi tipi di donne (Bitch Up Off Me). Paragonarlo a qualcuno mi parrebbe irrispettoso oltreché sbagliato e pertanto eviterò, vuoi anche solo perchè si tratta di uno dei pochi MC capaci di creare canzoni dove non un solo verso/barra viene sprecato o diluito con trucchetti da du' lire. Conciso e focalizzato: ecco come voglio descrivere EdO.G, che usa la non comune cortesia di non far perdere tempo all'ascoltatore e che già solo per questo andrebbe ringraziato.
Ma purtroppo anche Wishful Thinking il suoi difettuccio ce l'ha, e cioè la brevità. Trentadue minuti e undici secondi sono davvero pochi, e per quanto non me la senta di contestare una ben precisa scelta artistica, trovo che vi sia stata un po' di pigrizia nel decidere di includere originale e remix di Rock The Beat (tra l'altro uno dei pezzi più facilotti dell'insieme); inoltre, tre interludi più intro e outro sono -per quanto belli- un po' troppi. Facendo i conti, dunque, alla fine della scrematura ci restano sostanzialmente otto pezzi "veri", di cui uno è un remix con la semplice aggiunta di due ospiti (bravi, però: Krumb Snatcha e Jaysaun) e l'altro un remix di una canzone pubblicata su Truth Hurts -che poi sia decisamente superiore all'originale è tutt'un altro paio di maniche e non c'entra col discorso che sto facendo. Insomma, come EP sarebbe stato eccezionale, come LP invece si limita ad essere molto buono.
Ciò comunque non dovrebbe scoraggiare nessuno dall'ascolto di Wishful Thinking, che non solo rientra tra le migliori cose recentemente create da EdO, ma è un'eccellente raccolta di musica capace di dare la paga a molti suoi colleghi ben più blasonati di lui.


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