SABAC RED - THE RITUAL (Psychological Records, 2008)

giovedì 13 novembre 2008

Ci sono molti comportamenti, pensieri, stili di vita eccetera propri della cultura hip hop (nella sua accezione più vasta) che risultano del tutto avulsi da quella che è la mia vita e, presumo, quelle di diversi altri ascoltatori. Alcune di queste differenze sono incolmabili e tutto sommato degne di rispetto, ma ve ne sono altre del tutto incredibili -nel senso più streeto della parola- che non possono essere spiegate se non come il risultato di un'ibridazione tra il malcompreso rispetto dell'altrui libertà e la stupidità individuale. Tra di esse, la mia preferita è "I don't want to sound preachy", affermazione che sovente fa capolino nelle interviste, specie se si tratta di rispondere ad una domanda come "Quali sono gli argomenti che tratti nel tuo album?"; visto che nel 90% dei casi le tematiche sono delle boiate, il rapper di turno svolta la domanda con la paraculaggine tipica del "io potrei risolvere i problemi del mondo, se lo volessi, ma...".
Ora, al di là del fatto che non si sente praticamente mai nessuno dire "I don't want to sound dumb", non aspettatevi da Sabac nessuna delle scappatoie di cui sopra. Fin dai tempi dei primi Non Phixion (4W's, Refuse To Lose, Legacy) John Fuentes aveva sempre dato un taglio più "conscious" e sobrio alle sue strofe, tanto che questo l'aveva forse penalizzato rispetto ai suoi compagni, visto che con tutta la buona volontà è difficile far risaltare un'attitudine militante in sole sedici misure (semprechè non la si voglia sparare grossa, è ovvio) di una canzone la cui scelta del tema forse non rispecchia la propria personalità al 100%. Fatto sta che dei tre MC dei Non Phixion, 'Bac è sempore stato il meno seguito benché oggettivamente non gli si potesse contestare dilettantismo o altro. Ciò ha purtroppo comportato un relativo disinteresse verso il suo esordio, Sabacolypse, che benché presentasse alcune fiaccate era meritevole di uno o più ascolti; invece, tracce come Speak Militant, Fight Until The End, Sabacolypse, The Scientist o Organize vennero gettate nel dimenticatoio assieme all'acqua sporca. Ora, a distanza di quattro anni abbondanti, la situazione mediatica evidentemente non è migliorata per il Nostro, tant'è che l'uscita di The Ritual è passata completamente in sordina. Ma mentre gli altri dormono, il genio mantiene vigile l'attenzione ed ecco quindi che decido di spendere quattro parole su questo disco che -già lo so- si cagheranno di striscio a malapena in cinque. Certo, non aiuta il fatto che la Psychological Records non sia più quella di cinque anni fa; certo, il fatto che Necro sia completamente assente dal campionatore nemmeno; e men che meno facilita le cose il fatto che in contemporanea sia uscito The Hour Of Reprisal di Ill Bill -una sorta di Michael jackson dei Non Phixion.
Eppure i motivi per dargli una chance ci sono. Primo fra tutti l'impegno e l'onestà da parte di Sabac sia nello scrivere le rime che nello scegliere le tematiche e nel saperle esporre: ennesimo figlio dello stile multisillabico, egli lo usa come semplice mezzo per portarci in un mondo fatto di ingiustizie sociali (America's A Business), visioni apocalittiche (When The Lights Go Out), autodisciplina (The Commitment), amore per la propria gente (Viva Boricua) e -non scontato- note direttamente o indirettamente rivelatrici della sua personalità (The Life I Live, As Children Cry, The Ritual). L'insieme dei testi riesce a fornire una visione piuttosto completa -almeno, suppongo- di John Fuentes e di ciò in cui crede, e la cosa più interessante è che pur senza apparire una mezza cartuccia e men che meno un frikkettone l'immagine che ne viene fuori è senz'altro positiva. Inevitabilmente, questo mi porta a provare simpatia nei suoi confronti, il che mi fa glissare forse troppo sulle smagliature liriche che The Ritual contiene (Reality Tell-A-Vision è di fatto un collage degli altri testi, Breaking Through è un po' legnosetta nella metrica), ma non credo di peccare di soggettività se dico che l'unica vera critica che si possa muovere a Sabac è quella di non essere dotato di grande carisma e/o colpi di genio. Tolto questo, non solo The Ritual è interessante da ascoltare ma va anche rilevato che nel complesso risulta più focalizzato del precedente Sabacolypse: promosso con la lode, quindi? No, ma con un voto ben oltre la sufficienza sì.
Il discorso si fa invece un po' diverso quando andiamo a parlare dei beat. Come ho già scritto, di Necro nemmeno l'ombra; a sostituirlo c'è perlopiù il prolifico duo di nome Blue Sky Black Death -trovati finora invero noiosetti-, Skammadix (già sentito sull'ultimo degli Army Of The Pharaohs), Sicknature (idem) ed altri in ordine sparso (Ill Bill, Krohme, Snowgoons, Cimer Armor e Undefined Beats). Vi confesso che sulla carta la suddetta lista non mi aveva emozionato un granché; temendo io un mix letale di robetta para-wutanghesca e pistolottoni ultraepici, sono giunto al punto che sentendo i pur non brillanti risultati la mia impressione è stata inizialmente esageratamente positiva. A mente fredda, invece, posso dire che un po' di cose belle ci sono ma che nella maggior parte dei casi è 'Bac a reggere le tracce. Ma quando la combinazione scatta, non si può non restare con un sorriso stampato in faccia: The Ritual, ad esempio, pur non godendo di grandi batterie fa la sua porca figura grazie alla bella melodia che sa tremendamente di spaghetti western (se qualcuno ha voglia di cercare il campione originale, prego); Death And Destiny campiona o comunque plagia spudoratamente il giro di chitarra di Wasting Love degli Iron Maiden -purtroppo omettendo il bridge- con risultati estremamente gradevoli e adatti all'atmosfera da storia triste di natale del pezzo; America's A Business segue sempre il filone del melodico cupo, mentre a riportare un po' di sano hardcore ci pensano Open Book Policy e l'ottima Darkness Deepens (già sentita su nonricordopiùquale mixtape di Ill Bill). Tolte queste, ripeto, si viaggia purtroppo lungo un sentiero di "carineria" francamente delittuoso se si pensa al potenziale sprecato; e ancor più viene da strapparsi i capelli quando ci tocca sucare un flow a tempo raddoppiato che viaggia su una cacofonia ambulante -mi riferisco a Empty V- oppure la solita menata latina con le chitarrine da film di Pieraccioni (indovinate un po' di che canzone si tratta). Del resto non è che la melensaggine di As Children Cry sia molto meglio, ed inoltre avrei anche un suggerimento da dare a Skammadix su cosa fare del becero campione di flauto di Reality Tell-A-Vision, -e, davvero, non riesco più ad ascoltare il loop di campanelline usato per Breaking Through: d'accordo, è bellino e tutto quanto, ma è tipo la terza volta che l'odo in sei mesi!
Insomma, siamo alle solite... rappusi, sceglieteveli meglio 'sticazzo di beat! Perchè altrimenti persino la persona più bendisposta nei vostri confronti potrebbe giungere alla noia, e questo non solo è oggettivamente grave in quanto fatto a sè stante, ma lo è ancor di più se si pensa che in casi come quello di Sabac potyremmo perderci parte del messaggio che voi tanto tenete -e si vede e vi fa onore- a trasmettere. Ergo: con una selezione più accurata ed una maggiore varietà avremmo potuto avere di fronte un disco eccellente, mentre così resterà un oggetto per pochi appassionati. Peccato.

P.S. Chapeau per la copertina, anche se starebbe meglio su un singolo dei Tool, rispetto alla cialtronata di Sabacolypse siamo su un altro mondo; discretamente realizzato il DVD incluso nella confezione (anche se la lezione sugli alberi da far piantare ai bambini è da vedere per credere da tanto che asciuga).





VIDEO: THE COMMITMENT

5 commenti:

MAK ha detto...

Mi è arrivato in casa oggi, devo ancora sentirlo.
Ho letto comunque la tua recensione facendomi spoiler, e tuttavia mi hai tranquillizzato dopo l'acquisto a scatola chiusa.
Sopratutto mi fa piacere che "mix letale di robetta para-wutanghesca e pistolottoni ultraepici" chiamate anche "Orchestre Apocalittiche" in altri luoghi sulla rete, non sono presenti nel disco perchè mi hanno abbondantemente fracassato la nerchia. Prendendo in esempio l'anno corrente, Doap Nixon, Snowgoons, Jedi Mind Tricks, Outerspace e gli altri 3700 album di questo filone, mi hanno sminchiato dopo pochissimi ascolti.

riccardo ha detto...

io quoto tutto quello che ha detto l'anonimo di sopra

Fugu ha detto...

Non so a me generalmente stancano presto queste sonorità, però mi hai incuriosito lo ascolterò.

MAK ha detto...

Il nuovo dei JMT è probabilmente il loro album peggiore. E dal momento che gli altri non erano propriamente dei classici... dagli un ascolto al limite, ma non aspettarti nulla di particolarmente valido.

Per quanto riguarda Amazon, sono daccordo col tuo anonimo amico più o meno.
Ho provato ad ordinare in vari modi e in varie sedi, e alla fine della fiera la cosa migliore rimane ordinare i CD dai Seller sotto Amazon.com.
Primo perchè hanno i prezzi più bassi di tutti gli Amazon e seller affiliati del globo, secondo perchè non paghi la dogana. Mi pare che la dogana la paghi solo nei casi in cui il tuo pacco supera un certo valore (credo 180$ ma non ne sono sicuro). Comunque sia poco importa, in quanto anche se ordini 20 CD dallo stesso seller, lui spedisce 20 pacchetti o un pacco unico dove comunque paghi 20 spedizioni singole. La spedizione singola è di 6.89$, ma credimi che conviene comunque, in quanto non pagando la terribile dogana appunto, spendi grossomodo 10€ per ogni CD spedizione compresa. Ovviamente NUOVO. Se poi ti vuoi fidare del "Used Like New" spendi anche meno. Cosa che ad ogni modo sconsiglio (salvo chicche e rarità) in quanto la percezione delle condizioni di un CD variano da persona a persona e spesso capita che ti arriva a casa un CD che, si ascolta perfettamente senza problemi, ma che fisicamente si presenta come una compilation di righe in aggiunta al Booklet bisunto dove il venditore ci ha fatto sopra colazione... Irritante.

Purtroppo alcuni CD sono davvero irreperibili, ne sto cercando un paio da tempo immemore ma ormai mi sono rassegnato. Se qualcuno c'ha una copia di Godfather Don - Diabolique da vendere, mi faccia un fischio.

riccardo ha detto...

Io ho usato spesso "used & new"...A volte i dischi con scritto "like new" arrivano proprio nuovi. Comunque, comprando solo quelli in "very good" o, appunto, "like new", io non ho mai preso bidonate. Al massimo l'involucro di plastica era leggermente graffiato, ma, essendoci la possibilità di sostituirlo, non da grandi problemi.

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