BUSTA RHYMES - THE COMING (Elektra, 1996)

lunedì 1 febbraio 2010

Anche questa volta vorrei cominciare la recensione con una confessione a cuore in mano dalla caratura esplosiva: ebbene, reggetevi forte e sappiate che secondo me Busta Rhymes avrebbe fatto meglio a ritirarsi dalla scena almeno tre album fa. O, in alternativa, a pubblicare un album che abbia un perchè, anziché la solita cacatiella alla quale ci ha abituato fin dai tempi di It Ain't Safe No More. Insomma, oggi come oggi è un rapper non dico inutile ma sicuramente ridotto all'ombra di quel che era nemmeno troppo tempo fa.
E ciò mi dispiace non poco, perché il primo incontro che ebbi con Trevor Smith fu senz'altro positivo. All'epoca ancora non conoscevo la storica Scenario dei Tribe e quindi, quando il mio "mentore" mi parlò di questo tale di Long Island, più esagitato degli Onyx e fulminato quanto Ol' Dirty Bastard, ricordo che rimasi molto impressionato. Possibile? In un certo senso sì, come scoprii da lì a breve scroccando ascolti a casa del mio amico; e mentre mi facevo una copia di The Coming su cassetta mi leccavo i baffi, contestualmente facendo quattro calcoli per vedere come e in quanto tempo sarei riuscito a mettere via i soldi necessari per l'acquisto di un disco che in quel momento reputavo a dir poco fenomenale.
Oggi, giunti che siamo a gennaio 2010, oltre ad aver perso molta della mia innocenza e parte dell'entusiasmo di quand'avevo quindici anni, ho rivisto molte mie posizioni ma devo dire che su The Coming non mi sento ancora pronto per voltar gabbana. Sarà il carisma, saranno le liriche, saranno i beat funkettoni alla vecchia maniera, ma a me The Coming piace proprio perchè suona un po' datato e tanto, ma tanto cazzone. Quello che rendeva Bussa Bus un artista direi unico nel '96 è lo stesso che gli consente di mantenere un'identità nel 2010, confermando così ancora una volta che nel tempo è più facile che sopravviva lo stile anziché la sostanza.
In effetti basta ascoltarsi tutto il disco in una sola volta per rendersi conto che contenutisticamente qui siamo nel reame dello zero assoluto. Braggadocio, rap fatto per il gusto di rappare, esibizione di stili fine a sè stessa: descrivetele come volete, ma le rime di Busta sono concettualmente elementari. Pure, e scusate se è poco, il modo in cui riesce a dare una forma a questo Nulla oggettivo è stupefacente e dimostra quanto nel rap spesso la personalità arrivi a contare quasi quanto l'abilità con la penna. Nel fattispecie, il Nostro mi ha sempre ricordato una sorta di ibrido tra il liricismo di Redman, l'accessibilità di Craig Mack e certi estri stilistici dei primi Onyx; una combinazione, questa, che facilmente potrebbe apparire bislacca ma che in realtà sta alla base del successo di pubblico ottenuto negli anni, visto che in un qualche modo riusciva comunque a soddisfare le richieste di tante tipologie diversi di ascoltatori. Originale e versatile, questo è il minimo che si possa dire del suo stile.
Del resto si nota chiaramente la facilità con la quale passa dagli estri tecnici di Flipmode Meets Def Squad, un'infinita e godibilissima posse cut in cui a dominare sono gli MC's, alla cazzonaggine «da jam» della celeberrima Woo-Hah fino ad approdare al lato più festaiolo dell'appropriatamente intitolata It's A Party. E non c'è niente di male in questo, perchè nulla viene perso o escluso da un passaggio all'altro: appare evidente che Bus non smette un abito per indossarne un altro, molto semplicemente rappresenta l'archetipo dell'MC come intrattenitore puro. Del resto, chi è mai stato ad un suo concerto non può che testimoniare tutto ciò; e se la disinvoltura con la quale si muove sul palco qui è impossibile da vedere, perlomeno la si può intuire grazie a canzoni come quelle sopracitate.
Inutile a questo punto aggiungere che se per avere un simile successo in un arte così difficile non si può essere da soli, e così ecco che sul versante dei beat il Nostro viene aiutato da alcuni nomi eccellenti quali DJ Scratch (quello degli EPMD, per intenderci), Easy Mo' Bee, The Ummah (due di Dilla, per voi fanatici) ma anche Busta stesso. Sue sono infatti il singolone Woo-Hah -di cui amo ricordare anche lo storico video diretto da Hype Williams- e Abandon Ship, ambedue decisamente d'impatto e fresche, che dimostrano quanto egli abbia talento a sufficienza per prodursi del materiale qualitativamente impeccabile senza chiedere aiuto a nessuno. Ma non è che l'altrettanto gustosa Everything Remains Raw sia da meno: pur ricordando moltissimo il lavoro svolto per Project Funk Da World, il tiro pare essere fatto apposta per lo stile di Busta Rhymes, il quale infatti la domina con una naturalezza sorprendente. Così come sorprendente è l'alchimia che si sviluppa con lo stile più jazzato degli Ummah, di cui si fanno apprezzare in particolar modo la sobria Ill Vibe (prodotta da Q-Tip) e l'energica Keep It Movin', dotata di batterie dal suono sensazionale e penalizzata solo dall'eccessiva durata. Insomma, a conti fatti le uniche note un po' stonate sono It's A Party, che alla luce del tempo passato è quella invecchiata più malamente in quanto pezzo svergognatamente pensato per la programmazione radiofonica, e l'insipida Still Shining -non da buttare in quanto tale ma semplicemente scialba se affiancata agli altri beat qui presenti.
Insomma, dite quel che vi pare sul Busta Rhymes post Extinction Level Event, ma la freschezza data in occasione di questo The Coming per me giustifica appieno il successo e la considerazione avuti finora. Pur non reputandolo l'album migliore della vasta discografia di Bus -quello è When Disaster Strikes, non si discute- il suo pregio è quello di essere breve, incisivo e capace di intrattenere efficacemente pur non esprimendo null'altro che stile. Non è poco.




VIDEO: WOO-HAH

6 commenti:

riccardo ha detto...

ma gli altri LONS sono mai riusciti a fare qualcosa? singoli, apparizioni o altro?

Anonymous ha detto...

aò scusate ma secondo me parlare male degli album dei LONS è popo da snobboni,non saranno allo stesso posto del wu o del boot nella mia classifica,ma un'oretta sono sempre pronto a concedergliela...LONS,,Fu-schnickens,Das-EFX,Original flavor fanno un rap strampalato ma che a me gusta mucho...

RoyalCeca

Anonymous ha detto...

Dead Serious bene eh...ma Straight up Sewaside se lo mangia in un panino...e Hold it Down fa da maionese...

Anonymous ha detto...

"del campione di la schmoove che tagliato in quella maniera più lunga gli è stato ripreso un'infinità di volte(krs)" guarda che the champ dei mohawks lo usavano gia' nel 78.....

Anonymous ha detto...

il peggiore spreco di ottimi beat nella storia della musica

Non iniziamo questo discorso per favore perchè non si sa dove ci può portare...su unkut ho visto dare lo stesso appellativo ai dischi degli epmd o a dah shinin'...brividi...

Anonymous ha detto...

^^^il tipo di unkut e' un nerd australiano che non capisce un cazzo...dah shinin non si tocca...fat joe nel primo album riusciva a malapena a fare lo spelling del suo nome

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