EPMD - BUSINESS AS USUAL (Def Jam Remasters, 1990/2000)

lunedì 22 febbraio 2010

L'ultima volta che ho scritto qualcosa sugli EPMD è stato quasi due anni fa, e da lì in poi è calato un silenzio assordante sul duo di Long Island. Il che per certi versi è strano, in quanto questa lunga pausa non ha coinciso con un mio disinteresse nei loro confronti. Tutt'altro. Ma forse ciò dipende solo dal fatto che ora, al posto degli entusiasmi iniziali ora vi sia solo una certa fiducia, una certa intesa, non diversa da quella che si ha con certi amici che si conoscono fin dall'infanzia, e dei quali magari non si parla ma sui quali si può sempre fare affidamento.
E gli EPMD appartengono appunto alla mia personale schiera di amici d'infanzia, se così li vogliamo definire, assieme ad altri come i Gangstarr, gli ATCQ o il Wu. Senonché loro sono coloro sui quali ho dormito più a lungo, cominciando a manifestare un certo interesse per le loro prime opere solo nel periodo tra Back in Business e Out Of Business; e anche una volta scoperte canzoni come Headbanger o You Gots To Chill ci ho messo il mio tempo prima di carpire appieno la grandezza di Erick & Parrish. Ma che volete, su certe cose sono un diesel; sia come sia, andando a ritroso nel tempo ho potuto stabilire quanto essi siano a livello personale uno dei gruppi pre-1990 che più ascolto volentieri, e a livello oggettivo uno di quelli che hanno saputo rinnovare il suono di un'intera città e di un'intera costa semplicemente attraverso la pubblicazione della loro musica.
Infatti, che cos'è che rende i loro album ancora così godibili? Non di certo le rime, che oggi suonano assai invecchiate sia per questioni di slang (ad esempio il mitico "Peace, and I'm Audi 5000) che di metrica o tecnica (cfr. il «call and response» delle varie Jane, per dire, o i vari omaggi a DJ Scratch), bensì il sound. Guardiamo per esempio a Business As Usual -ricordandoci comunque che il discorso si applica a maggior ragione alle opere precedenti: innanzitutto si nota quanto il funk sia un elemento fondamentale della cifra stilistica di Erick Sermon, che riesce ad inserirlo quasi in ogni traccia in una maniera molto più organica di quanto non si facesse allora. Mi spiego meglio: anziché campionare magari singoli suoni o brevissimi loop inferiori agli ormai canonici sei secondi, Sermon prendeva intere sezioni di fiati o di basso da qualche pezzo dei Parliament o di Curtis Mayfield e le lasciava scorrere senza metterci troppo le mani, nemmeno in termini di velocità o pitch. Una relativa rarità per l'epoca, specialmente nella Grande Mela, e se non vi fidate basta ascoltare Business As Usual e paragonarlo a, che ne so, Let The Rhtyhm Hit'Em o Live And Let Die, ossia due lavori eccelsi ma che rispetto a questo oggi suonano del tutto obsoleti.
Con questo non voglio ovviamente dire che le produzioni dell'Erick Sermon del 1990 potrebbero stare a fianco di beat di Polow Da Don del 2010 -emmenomale, aggiungo- bensì che conservano dei tratti di freschezza sorprendenti e che per motivi anagrafici nemmeno riesco a contestualizzare correttamente. Dunque, che passi di qui qualcuno dei soliti quarantenni per dirmi cosa non doveva essere sentire il campione della Love Unlimited Orchestra di Manslaughter, oppure quella bomba che è Hydra di Grover Washington in Underground, utilizzate in quel modo vent'anni fa.
Dal canto mio posso solo mostrare stupore & meraviglia per il lavoro svolto in questo disco da Sermon, anche perchè moltissimi dei sample presenti in Business As Usual (e ce ne sono a milioni e pure riconoscibilissimi, visto che il disco uscii prima del bordello sui diritti d'autore) sarebbero stati ripresi -spesso e volentieri senza significanti variazioni- negli anni a venire. Un fatto, questo, che spiega in maniera definitiva come mai quest'opera -e le altre della tetralogia originale- suoni così fresca malgrado l'età: infatti, persino chi se la perse al momento dell'uscita originale ha avuto modo di assimilarla «di sponda» negli anni, magari ascoltando gente che con gli EPMD non c'entrava nulla (esempio cretino ma simbolico: You Should be Mine di Roger Troutman la possiamo sentire nel '92 in Crossover e nel '95 in Però Dai Sì di Mauro Repetto. 'Nuff said.).
Avendo ora constatato la grandezza delle produzioni, che nel futuro si manterranno su livelli eccelsi ma senza raggiungere le vette d'innovazione qui toccate per l'ultima volta, è venuto il momento di parlare di emceeing. Emceeing che, nonostante un'evidente invecchiamento, se contestualizzato si dimostra essere il migliore raggiunto dal duo fino ad allora. Questo vale specialmente per PMD, all'epoca ancora capace non solo di dare la paga al suo compare come e quando gli pareva, ma anche di uscire a testa alta dal confronto con un esordiente Redman e soprattutto con un LL Cool J in modalità Jack The Ripper. Non una cosa da poco. E a conti fatti, se da diversi aspetti si nota che le liriche sono state scritte vent'anni fa, dall'altro resta apprezzabile la varietà offertaci: si passa ad esempio da uno degli episodi migliori di Jane, se non forse il migliore (anche se come beat preferisco la precedente), all'esilarante Mr. Bozack, storytelling estremo in cui la prosopopea fa da padrona e su cui c'è poco da dire se non che SEGUE SPOILER impersonare un pisello infetto da malattia venerea FINE SPOILER è cosa che oggigiorno nessuno avrebbe più il coraggio di fare. Hit Squad Heist invece pone le cose in una prospettiva più seria e "cinematica", così come del resto il loro approccio da "integralisti" ante litteram sempre pronti a denunciare l'annacquamento del rap in ogni suoa forma e circostanza.
Conclusione? Una sola, e cioè che se non me la sento di conferire gli allori di classico a quest'album è solo perchè prima di esso sono venuti Strictly Business e Unfinished Business. Ma che esso sia perfetto, questo sì che lo posso scrivere senza temere di essere sbugiardato.

[Edit: andatevene a cagare. È l'album dei due che preferisco, quello nel complesso più vario e più fico. Nulla contro gli altri, ci mancherebbe, ma questo vince. Epperò mi son detto: "Calma e gesso. Quello prima era sicuramente più fresho, per cui fai che dare 4 e 1/2 e 5 all'altro. Ma visto che mi sto prendendo del coglione e -cosa ben più grave- io per primo sospetto che ciò sia a ragion veduta, torno sui miei passi e do cinque come d'istinto sarei stato portato a fare. Quel che è giusto è giusto. Ma sappiate che lo faccio in questo caso e non per gli S&W, in cui il 4 e 1/2 continua ad essere giustificato]




VIDEO: RAMPAGE

19 commenti:

audiomidimixteppista ha detto...

va bene tutto
ma 4,5 a questo no

A_G ha detto...

rispetto per mauro repetto

reiser ha detto...

@Anto: troppo tardi, anche a me sembrava poco, bastava che una sola persona mi desse il "la" per farmi calare le braghe di fronte alla bontà di quest'album

Anonymous ha detto...

Le tracce 11 e 14 non funziano

reiser ha detto...

Ah già è vero, thx

Mikron ha detto...

PMD è, a livello di flow e voce, nella mia personalissima top 10 di sempre.

Anonymous ha detto...

Scusate, una domanda non provocatoria:
ma Smiff n Wessun sono così superiori agli EPMD, come rapper?
A me non pare proprio...

A mio parere si,più che per il versante tecnico per uno stile sicuramente piu' vario,originale e sopratutto che sa intrattenere di più...

Royalececa aka com'è bello il wireless in aula magna

Anonymous ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=Nj0SJoZwrzM

Marty ha detto...

Gli Smif n Wessun sono il tipico gruppo che è riuscito a fare solo un album di livello. Ma in quello hanno toccato delle vette altissime.

Gli EPMD annoverano più lavori al loro attivo di ottima caratura. Ma quella vetta non l'hanno mai toccata.

MAK ha detto...

4,5 o 5 non mi fa differenza. IL CLASSICO degli EPMD è un'altro, poi ci sta che preferisca questo, quello dopo e quello dopo ancora.

Per quanto riguarda gli S&W è un discorso arduo.
Concordo sullo stile più vario e originale, ma non sull'intrattenimento. Gli EPMD intrattengono semplicemente in modo differente. Ma poi voglio dire, E Double & Parrish sono un vero team, Tek & Steele senza i beatminerz 'ndo cazzo vanno?!

Anonymous ha detto...

al concerto dei Diamond District nun c'è stato nessuno?

Antonio ha detto...

Gli EPMD annoverano più lavori al loro attivo di ottima caratura. Ma quella vetta non l'hanno mai toccata.

Neanche Strictly Business?
Per me è uno dei migliori album di sempre.

Anonymous ha detto...

Voglio sentire Reiser, voi non contate...

:-)


Da quando hai scoperto che ha tra i lettori Vincent Lopez,Reiser e' diventato il tuo blogger preferito...:)

Royalceca

Marty aka Martin McFly ha detto...

Ma sicuramente Strictly Business è uno dei migliori album della storia. Non sarò certo io a negarlo. Ho passato il liceo ad ascoltare gli EPMD!

Però Dah Shinin per me è sempre stato qualcosa di più. Cazzo, la varietà musicale e le intuizioni di quell'album sono pazzesche.

audiomidimixteppista ha detto...

così vi voglio

Antonio ha detto...

Però Dah Shinin per me è sempre stato qualcosa di più. Cazzo, la varietà musicale e le intuizioni di quell'album sono pazzesche.

Boh, senza polemica, ma non ci arrivo...

Magic Johnson ha detto...

ma poi in fondo cosa e' il bello?

reiser ha detto...

Io insisto: ok Dah Shinin' è un bellissimo album, ma rispetto a Enta Da Stage cosa ha di più? quello che non capisco. Quattro e mezzo significa per me un album perfetto ma senza la capacità di essere avanti, e difatti musicalmente Dah Shinin' non è altro che un Enta Da Stage 1.2

E come emceeing francamente Buckshot è più bravo dei due, almeno secondo i miei criteri. Buck sta sopra a qualsiasi beat e d ha una personalità, un carisma, che levati; i due invece sono bravi ma non più di tanti altri

reiser ha detto...

Ah no, la delusione è solo mia: hai aspettato il 36esimo commento per scriverlo!
SHAME ON THOU

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