STRONG ARM STEADY - IN SEARCH OF STONEY JACKSON (Stones Throw, 2010)

mercoledì 3 febbraio 2010

Ammettiamolo: le premesse non lasciavano presagire nulla di buono. Da un lato avevamo un gruppo mancato, ovverosia gli Strong Arm Steady, che a furia di perder membri (no Bobbitt) erano rimasti in due/tre e nessuno di essi aveva chissà quale talento. Dall'altro, invece, avevamo un beatmaker indubbiamente talentuoso -Madlib- che però di recente s'era perso troppo nei suoi personalissimi trip, nel suo ego ed in mille progetti paralleli, senza riuscire ad esercitare un minimo di controllo qualitativo sul suo operato. In mezzo, infine, ci trovavamo con una casa discografica come la Stones Throw la quale, forte del prestigio guadagnatosi sul campo grazie alla bontà delle sue pubblicazioni, da qualche tempo s'era mostrata fin troppo disposta a pubblicare qualsiasi prodotto a prescindere dalla sua effettiva qualità. Come dicevo: nulla-di-buono.
E invece 'sto cazzo di Stoney Jackson è proprio bello, non ce n'è.
Cominciamo dunque a decantarne le lodi partendo dall'aspetto ovviamente più interessante, ovverosia le basi di Madlib. Mentre la sua carriera ed i suoi gusti sono andati vieppiù distaccandosi dall'ortodossia di un certo rap (aka un loop di 6 secondi su batterie in 4/4), arrivando di recente a toccare vette d'esotismo nella scelta dei campioni, nonchè una certa schizofrenia nel loro assemblaggio, piuttosto alte, in Stoney Jackson egli torna a percorrere il sentiero più tradizionale. Concretamente questo significa una pesca a piene mani nel soul degli anni '50 e '60 ed un suo uso più votato alla creazione di melodie (specialmente nella prima parte del disco), così come un parziale abbandono di certe dissonanze che ogni tanto il Nostro amava inserire a sorpresa nel mezzo di un loop e, infine, un lavoro di effettaggio dei campioni meno determinante per il risultato finale. Naturalmente non aspettatevi il suono cristallino di un Dr. Dre, semplicemente tornate con la mente al primo Quasimoto e, ibridandolo con l'evoluzione avuta finora da Otis Jackson, riuscirete a farvi un'idea di quello che vi potete aspettare in quest'opera. Un sound molto ben bilanciato, secondo me, che vede i suoi risultati migliori nel gospel à la O.V. Wright di New Love, nel funk di Isaac Hayes sporcato e rielaborato per la posse cut True Champs e nei figli bastardi di The Red, Pressure e Ambassadors, accomunati come sono alla prima da delle line di basso spessissime e batterie a dir poco incessanti.
Ma vi dirò che, con l'eccezione della sola Needle In The Haystack, che reputo un po' tanto fracassona e generica (per gli standard di Madlib, ça va sans dire) penso che un simile coacervo di beat così belli e ben coordinati sia raro da trovare oggigiorno. Stoney Jackson scorre che è un piacere, insomma, e dimostra ancora una volta di come le opere orchestrate da un singolo elemento risultino quasi sempre superiori -posto che il livello qualitativo di questi sia il medesimo- agli album collage dove ad intervenire al campionatore sono in cinque. Sono colpito.
Non dovrebbe quindi risultare un'eresia se vi dicessi che, vista la bontà della colonna sonora, gli attori potrebbero anche essere dei cani senza che questo andasse a danneggiare più che tanto il risultato finale. E invece così non è e per fortuna le prestazioni che ci vengono regalate risultano essere mediamente più che buone, sempreché ci si faccia andare bene il fatto di avere tra le mani più una compilation che un album. Per quel che mi riguarda io non ho problemi in tal senso: in fondo Krondon ha una metrica passabile ma una voce alla lunga fastidiosa, mentre Phil Da Agony oscilla sovente, ed in una maniera preoccupante, tra il carismatico ed il potente (Best Of Times) ed il patetico e fiacco (Cheeba Cheeba). Ne consegue che avere un'infornata di ospiti, meglio ancora se bravi, risulti essere tutto grasso che cola: e questo vale per Chace Infinite, Talib Kweli, l'a me sconosciuto ma degnissimo Montage One, Phonte e Fashawn. Ma, soprattutto, vale per il buon Planet Asia che in Stoney Jackson fa un figurone in ogni sua strofa, e per giunta si ritrova finalmente a rappare su beat belli e di classe e non le mezze cacatielle che è uso propinarci; il suo stile si sposa in maniera perfetta con i pattern musicali di Madlib, tanto che dopo l'ascolto di quest'album è doveroso sperare che un giorno i due decidano di lavorare assieme per un LP. Unico momento «WTF!?!» del tutto è Chittlins & Pepsi, una specie di ode al mangiar sano (!) ed alle donne vegane (!!!) che non so bene se prendere sul serio, ed in ogni caso finisce col diventare uno dei momenti più weird dell'intero disco.
Ora: come vi ho già detto, Stoney Jackson è assai bello e non ringrazierò mai abbastanza Antonio per averne decantato le lodi facendomi crescere la curiosità. Il fatto poi che in esso le partecipazioni annacquino le personalità dei membri della Strong Arm Steady è per me un difetto molto relativo, in quanto il vero collante risultano essere i beat di Madlib più che Krondon e Phil. Alla fine, dunque, quello che resta è un viaggio sonoro al contempo atmosferico e godibilissimo in cui intervengono svariati MC e che, come tale, diventa il miglior accompagnamento musicale per gli oziosi pomeriggi passati a bere e/o fumare.



11 commenti:

Corte ha detto...

Posso solo sottoscrivere quanto sopra. Veramente un bell album

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD..wow
scarico al volo anche io ero a dir la verità rimasto molto colpito da quanto scritto da antonio nel suo blog...e averlo trovato oggi su rugged affiancato da 4 zainetti non ouò che spingermi ad ascoltarlo.. inoltre la giornata di oggi con il suo cacosissimo cielo alla londinese si sposa in maniera perfetta con la grafica di st'album (yo)...non mi resta quindi che sperare in un pomeriggio di bavute e fumate

bless

A_G ha detto...

vorrei davvero sapere chi ha settato i google alerts alla stonesthrow

reiser ha detto...

Secondo me in realtà hanno sguinzagliato dei segugi virtuali tipo quelli che si vedevano nei film pacco anni '90 come il Tagliaerbe

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD....ppsssssss il tagliaerbe noooooooooo cosa mi fai tornare in mente chissà dove avrò la videocassetta??!!

comunque com'è sto fatto che ti hanno minacciato?
io gli toglierei mezzo voto anzi 3



cazzo tutto ad un tratto odio la stones throw..

MF Ema ha detto...

La stones rimuove SEMPRE e dico SEMPRE i link...Un sacco di blog son stati chiusi per via dei link...Per me sguinzagliani i cani

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD- ciccio reà t'amu sgamatu

Anonymous ha detto...

All'inizio l'avevo totalmente snobbato, ma incuriosito dalla recensione l'ho ascoltato e devo dire che è un buon album, non pensavo...
Mi fa ben sperare per un eventuale Madvillainy 2.

PS: non centra un cazzo ma la Def Jux sembra essere in alto mare ormai

http://ugsmag.com/2010/02/r-i-p-definitive-jux/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ugsmag+%28UGSMAG%29

Simone

reiser ha detto...

Bah mi sembra strano che la STones Throw scriva qui, ma mi sembra ancora più strano che qualcuno si faccia la sbatta di scrivere quella roba

Anonymous ha detto...

FCK SQUAD...huahua,,da ridere..

giuro su rakim dell'89 è fantasticA

Romo ha detto...

Reiser e Antonio santi subito x avermi fatto scoprire questo disco!

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