MR. LIF - MO' MEGA (Def Jux, 2006)

mercoledì 14 maggio 2008

Avete mai pensato agli artisti che consigliereste all'eventuale amico che vi dovesse chiedere un consiglio per andare oltre il rap più inflazionato? Per quanto mi riguarda, oltre a tutta una serie di classici, volendo prendere in esame il nuovo millennio tra le mie scelte figurerebbe senz'altro Jeffrey Haynes, al secolo Mr. Lif. I motivi sono, in estrema sintesi, i seguenti: è un MC di spiccato talento, facilmente riconoscibile sia per la voce che per la tecnica; è indubbiamente intelligente e questo si riflette nella scelta delle tematiche ma, soprattutto, nell'approccio ad esse; i suoi album sono generalmente brevi e musicalmente variegati, e dunque la possibilità di annoiarsi è pressoché inesistente. Punto.
Una volta stabilito questo, si tratterebbe però di scegliere quale dei suoi album suggerire: uno dei suoi due EP o I Phantom? La raccolta di rarità e b-side? Oppure, ancora, la sua "joint venture" con Akrobatik e Fakts One? In ogni caso la scelta sarebbe ardua, perchè ciascuna di queste opere ha una sua identità ben precisa o, più esattamente, una sfaccettatura del lato artistico di Lif più marcata di altre. Forse paradossalmente, alla fine mi ritroverei a pensare a questo Mo' Mega, dato che è senz'ombra di dubbio il suo lavoro contenutisticamente più completo ed acusticamente più comprensivo (nel senso che riunisce tutta una serie di varietà di suoni e atmosfere), oltreché il più bilanciato e dunque -ma su questo mi potrei scannare per giorni con gli altri tre o quattro fan italiani di Lif- il migliore che abbia prodotto finora.
Critica sociale, politica ed economica, ironia, emceeing puro e -finalmente- aspetti personali sono tutti efficacemente riassunti nei 40 minuti di durata di Mo' Mega: si passa gradualmente da Brothaz a Washitup e si chiude l'ascolto con For You senza avere l'impressione di trovarsi di fronte ad uno schizofrenico, ed è esattamente questo che rende così soddisfacente questo disco. Personalmente apprezzo poi che i sopracitati aspetti del carattere di Lif siano sostanzialmente focalizzati traccia per traccia anzichè mescolati alla rinfusa, perchè a tal modo l'esposizione si fa chiara, ed individuare l'oggetto della discussione per poterlo meglio comprendere diventa "facile" o, meglio, "logico". Il Nostro sa esattamente cosa vuol dire e come lo vuol dire, il che appare evidente nel singolo Brothaz così come in Murs Iz My Manager o Looking In; non si perde in peregrinazioni mentali e va subito al dunque, permettendo all'ascoltatore di seguirlo sia che contesti la classe politica americana, sia che faccia satira sui meccanismi dell'industria discografica, sia che tramite un ottimo storytelling evidenzi le difficoltà di crescere senza un padre e di come questo, all'interno di un contesto ostile come il tipico ghetto americano, possa facilmente portare a comportamenti criminali e dunque ad un futuro tutt'altro che roseo. Non volendo spoilerare troppo, mi fermo qui con la mia lista della spesa; e quanto all'aspetto più puramente "tecnico", su Lif non ho molto da dire fuorché che è un eccellente MC e che riesce a lavorare su stile e contenuti con pari efficacia, cosa che poi rende effettivamente degno di ripetuti ascolto Mo' Mega.
Ma tutto questo non sarebbe godibile se non ci fossero solide basi musicali (apprezzate il doppio senso) sulle quali appoggiare lo spessore di Lif, e queste ci vengono fornite in maggior parte da El-P. El-P che, proseguendo un cammino di relativa "semplificazione" del suo suono, si riaggancia idealmente a quanto prodotto per Hell's Winter l'anno precedente. Si passa quindi da forti accenni al boombap più classico (Collapse, traccia d'apertura analoga per struttura a Good Morning di Cage) ai suoni più futuristici di Ultra Mega, senza naturalmente scordare citazioni più funk (Brothaz) e omaggi più o meno espliciti alla Bomb Squad (The Fries ma soprattutto Mo' Mega). Oltre a El-P troviamo però anche Mr. Lif (due pezzi) e lo sconosciuto Nick Toth (una canzone), che aggiungono del loro ulteriore varietà all'insieme senza ovviamente scostarsi di troppo dall'atmosfera generale. Ma mentre sul versante lirico il disco è inattaccabile, la controparte musicale lascia aperti dei dubbi. Innanzitutto, alcune cose sanno di già sentito: non solo Collapse, ma anche Murs Iz My Manager, decisamente simile alla Career Finders presente in Black Dialogue, puzzicchiano un po' di pigrizia per quanto in fin dei conti siano tutto fuorché brutte o scontate. Aggiungiamoci una produzione francamente brutta e basta -cioè Washitup- ed un altro paio francamente senza arte né parte (Long Distance, The Fries), e vediamo che le cose per Mo' Mega si complicano un po'.
Fortunatamente, queste pecche non compromettono più di tanto l'opera nel suo insieme; si limitano, cioè, a non farle raggiungere la perfezione e ad abbassare di un ulteriore mezzo zainetto il voto finale. Tuttavia, il lavoro è complessivamente solido e appagante e vale ben l'esborso di una ventina di euro, vuoi anche per via del bel packaging e dell'ottimo lavoro grafico svolto dalla Company Standard. A tal proposito, aggiungo che per apprezzare davvero Mo' Mega è essenziale capire i testi: bene, Lif ha saggiamente deciso di includerne le trascrizioni, e perciò direi che a questo punto non ci sono scuse per dribblare un acquisto non strettamente essenziale ma certamente degno.




VIDEO: BROTHAZ

1 commenti:

kindsaluv ha detto...

ciao, ho scoperto solo adesso il tuo blog e mi sa che me lo spulcerò bene bene. dai un'occhiata anche dalle mie parti, penso che troverai qualcosa per il tuo palato. per il momento complimenti, soprattutto ne approfitterò per colmare il gap temporale che mi tiene legato all'old school cercando di tirar giù roba nuova. per il momento avanti così, grande. a presto ciao K

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