SHABAZZ THE DISCIPLE - THE BOOK OF SHABAZZ (Battleaxe, 2003)

mercoledì 28 maggio 2008

Se dovessi fare una lista delle cose che mi fanno frullare i coglioni a vortice, il rischio sarebbe di restare davanti allo schermo fino a notte inoltrata; mi limterò a dire che molte di esse si possono raccogliere sotto l'ombrello della sciatteria. Ad esempio, sono disgustato dalla gente che va in giro in tuta "perchè è comoda", detesto chi mi passa i lavori fatti a cazzo "perchè tanto la foto sborda di soli due millimetri", e disprezzo profondamente chi crea antologie prive di rigore filologico e completezza d'informazioni.
È senz'altro il caso di questo Book Of Shabazz, erroneamente scambiato per un disco solista vero (almeno, mi auguro che non sia mai stato inteso come tale) quando in realtà si tratta di fatto di una raccolta dei suoi lavori dal '95 al 2003 con come aggiuntine l'occasionale b-side o rarità. Ora, prima di demolire il lavoro, vorrei precisare che qui non è in discussione Shabazz come artista, bensì l'operazione che ha portato a mettere insieme tredici tracce sostanzialmente senza alcun criterio razionale.
Tanto per cominciare, i tipi della Battleaxe hanno avuto la sconsiderata idea di allungare il brodo con le cazzate, e cioè, nella fattispecie, di inserire la bellezza di otto skit dalla dubbia utilità, i quali spezzano ogni qualsivoglia parvenza di continuità in modo intollerabilmente fastidioso (basti dire che per sentire il primo pezzo ci sarebbero da sucarsi due interludi di fila... almeno unirli, perdio!). Ma, al di là di questo non esattamente secondario difetto, perchè ho solo parlato di "parvenza" di continuità? Ma perchè questi incompetenti non solo hanno buttato le tracce alla rinfusa, senza che da una tipologia di atmosfera si passi all'altra con una certa logica (a questo punto sarebbe stato meglio optare per il didascalico ma corretto ordine cronologico), ma nemmeno si sono premurati di equalizzare i pezzi in maniera omogenea. Attenzione: non parlo di rimaneggiare in toto pezzi del '96 per far suonare il mixaggio più contemporaneo -il che sarebbe scorretto- ma perlomeno portare tutti i volumi allo stesso standard! Ma cosa ci vuole? Lo faccio io con un programma crakkato in tre minuti ed i risultati sono quantomeno palpabili...
Non parliamo poi del packaging: oggettiva pochezza della grafica a parte (tanto valeva riprendere paro paro il lavoro fatto per Red Hook Day), la cosa più scandalosa è che nel booklet non vi siano informazioni che vadano al di là dello standard "prodotto/registrato/mixato da". Ma insomma, ho capito che esiste internet, discogs eccetera, ma senza nemmeno pretendere una microscopica descrizione della storia della singola canzone, era troppo chiedere che puntualizzassero, che so, "singolo pubblicato nel '95" o "traccia inedita"? Perdio, manco questo minimo sindacale...
Last but not least, i pezzi veri e propri. Senza voler mettere in dubbio la completezza -che comunque tale non è- del lavoro, alcune delle scelte operate sono quantomeno meritevoli di dubbio. Sorvolando sul fatto che esisterà pure una versione di Crima Saga priva di censura e che magari poteva essere la volta buona di pubblicarla, mi chiedo come mai non abbiano ad esempio scelto di inserire il remix di Carlos Bess di Ghetto Apostles piuttosto che quello fatto da 7L per Thieves In Da Nite, ambedue nettamente superiori agli originali. E, a proposito di Thieves In Da Nite, vorrei sottolineare la parruccata estrema di voler far passare una canzone palesemente più vecchia come il sequel della prima, pubblicata nel 2003. Via, chiunque abbia una minima di conoscenza dell'hip hop capisce benissimo -anche solo da come è mixata- che Surrender può esser fatta risalire al massimo al '99. Il fatto che sia un inedito e che nel ritornello si usino le parole "thieves-in-the-night" non la rende certo più moderna se non al registro della RIAA.
Insomma, in due parole, l'unica cosa che salvi quest'oscenità è alla fin fine la comodità di avere (in un modo o nell'altro) alcune gran belle tracce come Crime Saga, Organized Rime o Red Hook Day. Ma davvero non riesco a capire come 'Bazz abbia potuto tollerare un simile insulto, che comincia col packaging, prosegue nell'arbitraria esclusione di pezzi potenti come Death Be The Penalty o i sopracitati remix, e si conclude nell'inesistente lavoro di postproduzione. Ora, è per pura coerenza che mi esimo dall'appioppare l'unico zainetto che quest'operuccia si merita- posso solo augurarmi che la Battleaxe lasci perdere progetti così ambiziosi e che si limiti a gestire cose più alla loro portata come i Swollen Members, Moka Only e LMNO (che, tra parentesi, ha rovinato in solitaria l'altrimenti bel disco fatto con Kev Brown).

VIDEO: CRIME SAGA

2 commenti:

reiser ha detto...

Naaah, non può essere, lui dice che è ricco e probabilmente partner's still spendin money from '88
È un rapper, io gli credo

Antonio ha detto...

Eh si, ai rappers credo anche io. Magari mi sbaglio.
Del resto, con tutti i milioni fatti con Death Be The Penalty (per altro una produzione super-assurda, come spesso accadde per zio 4th Disciple), non puo' essere in bolletta.
Magari gli hanno rubato i masters...

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