AFU-RA - BODY OF THE LIFEFORCE (Fat Beats/Koch, 2000)

venerdì 13 marzo 2009

La maggior parte di voi avrà notato che disprezzo il 95% del rap mainstream e che lo faccio con una appassionata convinzione, dove questa è dettata unicamente dal fatto che -più che i beat in sè e per sè- i vari Young Jeezy e compagnia bella non sono capaci di rappare secondo gli standard classici. Sono poi dell'idea -ovvio- che i canoni che adotto siano giusti e che se il rap commerciale (e usiamola, sta cazzo di definizione!) di oggi sia più schifoso di quello di dieci anni fa è perchè si è mostrata troppa tolleranza nei confronti di gente che arebbe dovuta essere bastonata a sangue fin dagli esordi. Tuttavia, posso comprendere l'obiezione che i suddetti standard non possono essere un metro di giudizio rigido o infallibile e, per quanto non me ne faccia molto della suddetta obiezione, ci sono casi in cui devo ammetere che essa ha una sua ragion d'essere.
Dove invece questa è assolutamente fuori luogo è nei casi in cui si prova a prendere in esame un MC che implicitamente dichiara di far parte della scuola di rap che nel tempo ha generato questi criteri; giustamente, quindi, personaggi come Melachi The Nutcracker, Big Shug o Erick Sermon vengono considerati delle schiappe (naturalmente con le dovute sfumature del caso). Ci sono però alcune chiaviche che, inspiegabilmente, riescono a sottrarsi a questo giudizio: tra i contemporanei devo giocoforza menzionare Kanye West, che è un po' l'epitome dello scarsone reputato discreto, ma forse c'è uno che in passato è riuscito a sgabolare fischi ed umiliazioni più di altri: Afu-Ra.
Inspiegabilmente, e analogamente a quanto avvenuto con Grand Agent, quando nel 2000 venne pubblicato Body Of The Lifeforce nel Belpaese vi fu un generale entusiasmo nei confronti del Nostro. Entusiasmo, questo, assolutamente infondato -ça va sans dire. Insomma, si tessevano le lodi di Afu come se lui al microfono valesse chissà che, quando in realtà chiunque se lo fosse filato nelle sue precedenti apparizioni poteva notare che a) bravo non era mai stato, e b) che il suo stile e la sua tecnica erano rimaste pressoché invariate dal '94 in poi. A sua discolpa, però, posso dire che contrariamente a GA lui ha perlomeno avuto la decenza di scegliersi una gamma di beat capaci di rendere l'ascolto di Body Of The Lifeforce quasi un piacere: Premier, i Beatminerz, True Master e gli sconosciuti ma validi DJ Roach e Mike Rone. Ecco, appunto, le uniche cose positive che si possono dire di BOTL riguardano i beat, che forniscono una panoramica abbastanza estesa e mediamente ben fatta di quella che è la scuola nuiorchese a cavallo tra il boombap più classico ed il sound del Wu-Tang.
Ad esempio, il singolo Defeat b/w Mortal Kombat già anticipava questo dualismo: da un lato Primo cuciva un beat tipico del suo stile -campione tagliato, batterie pestone, ritornello scratchato- e dall'altro DJ Roach faceva risorgere in modo eccellente le atmosfere del miglior RZA. Purtroppo, oltre ad anticipare questo fattore indubbiamente positivo, in quel 12" già si poteva notare che Afu non era 'sto genio al microfono (e dire che Defeat è uno dei pezzi migliori dal punto di vista dell'emceeing), cosa ulteriormente messa in evidenza da una ottima performance di Masta Killa, che nella b-side letteralmente ridicolizzava la strofa del collega. Uno squilibrio, questo, che ritroveremo ogni qual volta che Afu decide di invitare qualcuno su una canzone: che si tratti di GZA, degli M.O.P., degli Smif 'N' Wessun o di Hannibal Stax, e a prescindere dalla bontà relativa dell'intervento, tutti questi danno una paga imbarazzante al poveretto.
Poveretto che, dal canto suo, fa quel che può con i mezzi a sua disposizione e che sfortunatamente sono ridotti all'osso: una voce anonima ed assolutamente statica per quel che riguarda l'interpretazione va ad aggiungersi ad una tecnica elementare consistente in poco più del saper stare a tempo; le metafore e le similitudini utilizzate sono a dir poco asinine ("sharper than a fuckin' cactus" è solo un esempio dei guizzi di creatività presenti nelle varie tracce) ed il vocabolario viene spesso bistrattato attraverso la messa in sequenza di parole il cui unico nesso è dato dall'assonanza tra di esse ("Inferable, impenetrable, mineral, serial/ Spiritual, visuals, sprinkle mics with my lyricals"), tanto che sovente si ha l'impressione che Ra abbia copiato tali e quali intere pagine da un rimario di quart'ordine. Insomma: un disastro su tutta la linea.
Ma, come dicevo, per quanti difetti possa avere l'autore di Body Of The Lifeforce, non gli si può negare un buon orecchio; il che gli ha permesso di mettere insieme una serie di beat davvero niente male, che spesso lo aiutano drasticamente a portare avanti il disco (una caratteristica, questa, presente anche nei lavori successivi). Posso infatti dire che le uniche basi mediocri sono Bring It Right e la complessivamente orripilante Caliente? Sul serio: tutto il resto dei beat varia dal buono all'ottimo, tanto che l'assenza di un'eccellenza vera e propria cade in secondo piano senza che ciò arrechi disturbo. Proprio per questo non me la sento di commentare l'album beat per beat; preferisco limitarmi ad elogiarne non solo l'intrinseca bontà ma anche la buona varietà, che tra il reggae di D&D Soundclash, l'atmosfera gotica di Mortal Kombat e l'hardcore di Soul Assassination riesce a rendere possibile l'ascolto di Body Of the Lifeforce senza restarne disgustati ed in diversi casi anche avendo una sensazione di soddisfazione.
Tutto ciò però non può salvare Afu dall'essere valutato per quello che è, e cioè una mezza sega. Ne consegue che se i beat sono da 4, il suo "emceeing" è di livello così miserabile da non poter attribuire a BOTL più di tre zainetti. Un giudizio secondo me comunque più che generoso, che peraltro accompagnerei con un buon consiglio: Afu-Ra caro, lascia stare quel povero Shure e vai a fare ciò che evidentemente ti è più congeniale e dove difatti brilli: l'A&R.




VIDEO: DEFEAT

2 commenti:

MAK ha detto...

Sebbene Afu-Ra sia un MC piuttosto mediocre, quest'album mi è piaciuto abbastanza, tanto più che ogni tanto lo riascolto poichè i beats e i featuring sono di primo livello e questo basta per farmelo apprezzare.
E non mi va di ciritcare troppo Afu, anzi, apprezzo il fatto che abbia avuto buon gusto almeno. Viceversa bastonerei ben più volentieri Nas che invece di gusto non ne ha (almeno ultimamente), e di fatti Nigger/Untitled per quanto sia superiore liricamente, nel complesso per me non vale manco la metà di BOTL.

Anonymous ha detto...

i lavori successivi di Afu-Ra sono imbarazzanti..ma mi azzarderei a dire che questo è figo

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