KILLAH PRIEST - HEAVY MENTAL (Geffen, 1998)

lunedì 14 aprile 2008

Mi piacerebbe poter copiaincollare spudoratamente l'introduzione alla recensione di Silent Weapons For Quiet Wars che scrissi qualche tempo fa, visto che vale anche per Heavy Mental; ma questo, oltre che essere una manifestazione di pigrizia, dimostrerebbe scarsa creatività. E questa mancanza, condannabile in quanto tale, sarebbe offensiva nei confronti dell'allora sottovalutato disco d'esordio di Killah Priest. Dico "sottovalutato" perchè uscì in un periodo dove da ogni uscita del Wu e compagnia bella ci si aspettava un Liquid Swords o, male che andasse, un Ironman; questo disco, che oltretutto era vittima di aspettative molto alte, ovviamente non poté sopravvivere alla delusione di molti fan fessi -tra cui anch'io- per quanto ricco di spunti e ben concepito.
Anticipato intorno a marzo '98 dalla presenza del singolone Cross My Heart sulla colonna sonora di Caught Up, quando Heavy Mental vide finalmente la luce la reazione fu piuttosto tiepida. Più curiosamente, One Step, una delle tracce portanti dell'album, campionava I Forgot To Be Your Lover di William Bell, alias lo stesso pezzo che fece diventare Worst Comes To Worst una hit: ebbene, ciò non bastò, e pensare che l'uso che ne fa Tru Master è in tutto e per tutto superiore alla sopravalutata produzione di Alchemist!
Col senno di poi, però, si può dire che questo LP è senza dubbio il migliore mai creato da KP, ma soprattutto che è uno dei pochi derivati del Wu ad avere il diritto di stare nella "casta" dei dischi che hanno segnato il periodo d'oro del collettivo di Staten Island (comunque, a chi dovesse interessare, KP è di Brownsville). Questo non solo perchè è un ottimo connubio tra liriche e beat di qualità, ma soprattutto perchè la diversità del Nostro rispetto ai suoi colleghi è decisamente marcata in quanto a contenuti: gli uni tendono generalmente all'essere dei sostanziali tamarroni con influenze da 5%er che vanno di pari passo con quelle di film come Scarface mescolato a Lone Wolf & Cub -righteous ign'ant, come si suol dire; Priest invece è fortemente legato a temi biblici, al giudaismo, e al parallelismo tra le sfighe del popolo ebraico e quelle della sua gente -senza dimenticare naturalmente una buona iniezione di orgoglio nero. Quindi non si tratta di una forma di temporalismo piuttosto che di proselitismo messa in rima, si tratta "semplicemente" della decisione di usare un dato punto di vista come fonte d'ispirazione per descrivere determinate realtà. Un approccio in sè non molto originale se si considera l'arte nel suo insieme, ma che diventa decisamente particolare se lo si applica al rap e alle (poche) volte in cui esso ha deciso di sfruttare a fondo un dato humus culturale.
Fortunatamente la faccenda non si limita a questo, altrimenti avremmo un epigone ante litteram del 5% Album di Lord Jamar: un esperimento che asciuga. No, qui si trova spazio anche per pezzi più classici come Cross My Heart, Fake MC's o Tai Chi: esposizioni di stile pure e semplici ma fortunatamente sorrette dal talento di Priest e, nuovamente, sufficentemente "personali" da non risultare manieriste. Oppure, ancora, c'è spazio per veri e proprii flussi di coscienza (la classica Heavy Mental), pezzi a sfondo parascientifico (Atoms To Adam) o altri legati a temi distopici/cospirazionisti come Information. Tutto ciò trova poi le sue fondamenta pratiche nella bella voce baritonale di KP, nella sua metrica pulita ma comunque piuttosto "elastica" (ascoltare in sequenza One Step, It's Over e Heavy Mental per credere), e nello stile di scrittura non semplice da seguire ma sicuramente appassionante e raramente scontato. Insomma, sul versante lirico c'è ben poco di cui lamentarsi, e quel qualcosina deriva dal fatto che l'album è fin troppo gordo di tracce per evitare che chiunque, anche il più bravo, scivoli alle volte in ripetizioni o rime di seconda scelta.
Quanto ai beat, la varietà c'è e la qualità media è buona, solo che la bontà del lavoro è concentrata nella prima metà dell'album: uno squilibrio molto marcato e che purtroppo può portare alcuni ad ignorare la seconda parte dell'album, nella quale pur si possono trovare belle cose come Atoms To Adam, la celeberrima B.I.B.L.E., e Information. Purtroppo ci sono canzoni nelle quali i beat puzzano da lontano di scarto (è il caso di Almost There, Mystic City, Fake MC's e la pessima Wisdom), e francamente ci si chiede perchè mai il Nostro abbia deciso di includere le suddette in un album già denso di liriche e concetti. Per il resto, i produttori (principalmente 4th Disciple e Tru Master) hanno fatto un buon lavoro che alle volte svetta: vedi appunto One Step, From Then Till Now, Tai Chi e l'ultraminimalista Blessed Are Those (curiosità: sto recensendo il disco avendolo scaricato al volo in ufficio, e in questa versione Blessed Are Those presenta un'inutile vocina femminile di sottofondo che da me non c'è. Mistero).
Infine, i featuring rientrano nello standard Wu del periodo, e cioè nessuno al di fuori del Clan. Quindi ci saltano fuori Tekitha, GZA e Inspectah Deck, qualche membro sparso dei Sunz Of Men e pochi altri. Peccato solo che sia raro che questi aggiungano qualcosa (Deck e GZA esclusi), casomai è l'occasionale accompagnamento cantato a dare un qualcosa in più al pezzo: lontani dagli schemi dell'R&B/rap & bullshit di allora, i cantati qui vengono utilizzati molto bene per conferire maggiore atmosfera alle canzoni, suonando più come muezzin in depressione che come idioti che usano la parola "freak" al posto di "fuck".
E' ovvio, visto quanto scritto finora, che non posso che consigliare vivamente l'acquisto di questo disco, i cui lati positivi sovrastano di centinaia di metri quelli negativi. Peccato però che, da lì in poi, Priest non saprà bissare l'ottima performance di Heavy Mental- di recente ho acquistato The Offering solo per i testi, e tutto sommato è stata una delle poche volte dove non ho cambiato opinione sulla validità delle motivazioni stanti dietro l'acquisto.




VIDEO: GHOST DOG/FROM THEN TILL NOW

2 commenti:

reiser ha detto...

Esagerati, ma grazie istèss

Antonio ha detto...

Concordo in pieno sulla recensione, anche se io sono sempre stato un estimatore del Prete Assassino.
Tai Chi, col campione di RZA rivenduto a 4th Disciple, per me resta uno dei migliori beats "atmosferici" di sempre.
Parentesi: ma quanto è stato sottovalutato da tutti il Quarto Discepolo?

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