MR. COMPLEX - TWISTED MISTER (Raptivism, 2004)

domenica 13 aprile 2008

Ci sono innumerevoli prove che la legge dei grandi numeri è SEMPRE corretta, ma poche così sottili come quella lega un individuo discutibile come Rupert Murdoch alla Rawkus: infatti, se egli non si fosse ingroppato la signora Murdoch facendole scodellare James Murdoch, futuro finanziatore della più celebre indie di fine anni '90, a quest'ora probabilmente avremmo decine di dischi validi in meno. Fortunatamente, le cose andarono per il verso corretto; non andando al cinema quella sera, i coniugi Murdoch fecero cosa buona e giusta, il che ci porta diritti sparati a questo Twisted Mister.
Fermo restando che il titolo è una delle cose più oscene alle quali io sia mai stato esposto, la prima cosa che mi fece piacere sentire in questo LP è l'atmosfera generale, il suono, genuinamente "underground" à la Rawkus (per la quale Complex aveva anche firmato). Mi spiego meglio: volendo dare un connotato all'underground oggi, ci dovremmo sbizzarrire nel suddividere il tutto per regioni, movimenti, stili e via dicendo; questo Twisted Mister si rifà invece al periodo dove queste sottigliezze ancora non esistavano ed il punto di riferimento poteva essere al massimo uno dei quartieri di New York. Ovviamente non è che la cosa sia un valore aggiunto ipso facto, ma così come molti apprezzano il ritorno dell'808, trovo che il minimalismo e la generale grezzagine dell'epoca siano più che apprezzabili, specie perché territorio ancor'oggi poco esplorato.
Ad esempio, moltissime tracce di questo disco fanno tornare la mente a Beats Rhymes & Life, Stakes Is High o Gravity. Molto nativetonguesiane sono, per esempio, Scream Shout (con Pharoahe Monch, complessivamente il pezzo migliore del disco), Calm Down (con Vast Aire), Extra Extra, Scrape Your Back Out e No Turning Back. Altre invece possono avere vaghe reminescenze del Kool Keith meno weirdo (I'm Back), del Pharoahe Monch di Internal Affairs (Emotional, con Dave dei De La) o, infine, delle cose più oggettivamente marce prodotte dalla Rawkus di allora (Director's Cut). Per chiudere il discorso riguardante i beat, posso dire che benché alle macchine vi siano state diverse persone -una decina circa- il risultato è molto omogeneo. Forse anche troppo, perchè se a un certo punto vedo che Large Professor produce come DJ Spinna, il quale a sua volta viene ripreso (egregiamente) da tali Big Trap o Wild E. Coyote (!), e TUTTI si rifanno a loro volta a un mescolone di Prince Paul, Ali Shaheed Muhammad e sarcazzo chi altro... beh, un pochino di noia potrebbe anche venirmi, no?
E qui subentra il fattore emceeing, potenziale salvatore del disco. Prima cosa: tecnicamente Complex sa stare al microfono; il suo controllo del respiro è valido e la dizione chiara, per cui la comprensibilità dei testi non è un problema. Epperò va detto che a questo va sottratta una voce non particolarmente degna di nota, uno stile che si sente essere vicino a quello di Pharoahe Monch ma del quale purtoppo manca il colpo di genio, e, soprattutto, testi che il più delle volte non dicono una straminchia di niente. Poco male, teoricamente, se ci sono le rime... pure, non posso non pensare a cose come -restando in tema di Pharoahe Monch- In Vetro oppure Hate. E va bene che pochi sopravviverebbero ad un paragone col Faraone di allora, però quando sento per la zilionesima volta la solita storiella di sesso buttata sul ridere (Scrape Your Back Out) senza che altrove si senta nulla di minimamente creativo o ispirato, mi sento automaticamente autorizzato a sbadigliare.
Fàmola breve: Twisted Mister è un disco senza pretese (o che comunque non può averne), impreziosito da alcuni featuring decisamente ben riusciti e con una produzione non particolarmente originale ma molto gradita a certi nostalgici spaccabelini. Paradossalmente, volendo ignorare certi flussi di coscienza (trad.: trip) che di tanto in tanto si spara il Nostro, come disco questo rientra senz'altro nell'easy listening del genere. E per quanto non gli dia un voto particolarmente alto, fatte le debite scremature, l'album funziona benissimo come roba da portarsi nel walkman. Come ai vecchi tempi...




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